Visoni: stop in Italia all’attività degli allevamenti fino a 31 Dicembre 2021
La misura cautelativa a seguito delle infezioni da SARS-CoV-2 registrate ad Agosto fra uomini e animali e ritrasmesse dagli animali.
Aggiornamento del 26 Febbraio 2021
Ieri sera il governo italiano ha annunciato che sospenderà ulteriormente l’allevamento di visoni destinati alla produzione di pellicce fino al 31 dicembre 2021, per prevenire un’ulteriore diffusione del virus SARS-CoV-2 che finora è stato rilevato in 2 allevamenti di visoni italiani. In Italia si trovano 6 allevamenti di visoni con circa 60.000 animali, 26.000 dei quali sono stati abbattuti a seguito delle disposizioni indicate nella precedente ordinanza, pubblicata a novembre 2020, dal Ministro della Salute Roberto Speranza. Undici paesi (inclusi nove Stati Membri dell’UE) hanno ufficialmente identificato animali positivi al virus negli allevamenti di visoni: Danimarca (290 strutture), Francia (1 struttura), Grecia (23 strutture), Italia (2 strutture), Lituania (2 strutture), Paesi Bassi (69 strutture), Polonia (1 struttura), Spagna (3 strutture), Stati Uniti (16 strutture), Svezia (13 strutture). Sono stati confermati casi anche negli Stati Uniti e in Canada. A dare la notizia è Humane Society International.
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Il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che dispone la sospensione delle attività degli allevamenti di visoni su tutto il territorio italiano fino alla fine del mese di febbraio 2021 quando verrà effettuata una nuova valutazione sullo stato epidemiologico. A confermarlo è il sito del Ministero della Salute italiano in una nota pubblicata lo scorso 23 novembre.
Principio di precauzione massima
L’infezione da SARS CoV-2 nei visoni d’allevamento è stata aggiunta all’elenco delle malattie infettive e diffusive degli animali soggette a provvedimenti sanitari secondo il “Regolamento di polizia veterinaria (D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320)”.
“Pur essendo il numero degli allevamenti in Italia molto ridotto rispetto ad altri paesi europei – si legge nella nota – “si è valutato di seguire il principio della massima precauzione in osservanza del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità.
Secondo l’ordinanza, in caso di sospetto di infezione, le autorità locali competenti dispongono il sequestro dell’allevamento, il blocco della movimentazione di animali, liquami, veicoli, attrezzature e l’avvio di un’indagine epidemiologica. In caso di conferma della malattia, i visoni dell’allevamento saranno sottoposti ad abbattimento.
I casi in Italia
La LAV-Lega antivivisezione il 28 ottobre scorso aveva segnalato che in Italia almeno 2 campioni di visoni di un unico allevamento intensivo erano risultati positivi al SARS-CoV-2, già ad agosto. Secondo ANSA il virus era stato trasmesso dagli allevatori ai visoni, diffuso tra gli animali e ritrasmesso (mutato) ad alcuni lavoratori dell’allevamento intensivo, che poi hanno contribuito al contagio di altri esseri umani.
Ecco quindi che la decisione del Ministero della Salute, viene salutata con un sospiro di sollievo anche se non di certo con esultanza dalle associazioni animaliste. Peta attraverso le parole di Mimi Bekhechi, vicepresidente dei programmi internazionali di PETA, pone l’accento sul vero problema, ossia la necessità di chiudere definitivamente gli allevamenti: “La decisione di sospendere il crudele allevamento di animali da pelliccia è un passo avanti nella giusta direzione, tuttavia non sufficiente dato che la pelliccia è ormai da considerarsi morta tanto quanto i visoni e altri animali che sono stati uccisi a causa del nuovo coronavirus. Un divieto permanente è da considerarsi questione urgente in quanto anche sostenuto dalla stragrande maggioranza degli italiani”.
Quanti sono gli allevamenti in Italia
Secondo l’associazione Essere Animali: “Ci sono 8 allevamenti di visoni in Italia, con una capacità stimata di circa 60.000 animali. Altri 3 sono ancora attivi, ma al momento senza animali, mentre da gennaio 2020, due aziende hanno cessato o sospeso l’attività”. Si tratta di numeri sempre terribili, ma l’associazione – che ha lanciato la petizione Visoni Liberi – si tratta di un’attività in drastico calo in Italia data la crisi mondiale dell’industria della pelliccia. Infatti, “Nel 1990 erano 125 gli allevamenti di visoni, volpi e cincillà sul teritorio, con una produzione di 400.000 animali uccisi”.
Immagine di apertura di Essere Animali
Immagine interna all’articolo: Photo by Jo-Anne McArthur on Unsplash