Vegetali strani: eccone 10 che non conoscete
Colorati, dalle forme strane, bitorzoluti, esotici e con nomi evocativi: la top ten dei vegetali più strani del mondo
Difficili trovarli nei mercati europei, ma molto utilizzati nelle cucine dei loro paesi di origine, questi insoliti e strani frutti nascondono proprietà nutritive preziosissime e sapori particolari e inaspettati, formidabili per impreziosire e colorare piatti dalle note esotiche. Ma quali sono i più bizzarri che potremmo incontrare in giro per il mondo?
Mano di Buddha
Si tratta di un cedro originario della Cina, Giappone e India settentrionale. Anche detto “cedro con le dita” per la sua forma molto curiosa, è un agrume dalle varie e molteplici proprietà contenute soprattutto nella scorza (dato che la polpa è molto scarsa). Grazie al suo aroma intenso, questo frutto può essere usato per deodorare gli ambienti in modo naturale, funge da repellente per gli insetti e la scorza è usata per produrre liquori, marmellate e preparati dolci e salati. In Asia è simbolo di fertilità, longevità e prosperità.
Ackee
Anche se originario dell’Africa occidentale è il frutto giamaicano per eccellenza. Ricco di vitamina A, agenti antiossidanti e zinco, questo frutto, se consumato acerbo, può essere estremamente pericoloso perché contiene una tossina addirittura mortale per l’uomo. La polpa del frutto maturo è invece assolutamente commestibile ma va pulita e separata con attenzione dai semi che contengono anch’essi la sostanza nociva.
Carambola
Con la sua particolare forma a stella, questo frutto originario dello Sri Lanka è completamente commestibile, buccia compresa. La polpa è succosa e dalle note asprigne e si presta all’utilizzo al naturale, in insalata o nelle macedonie.
Rambutan
Originario dell’arcipelago malese, il rambutan assomiglia molto al litchi e per questo viene anche chiamato litchi peloso. La sua buccia è infatti ricoperta da una folta peluria rossa, mentre l’interno è costituito da una polpa dolce e biancastra e da un grosso nocciolo a forma di mandorla. Esistono più di 50 varietà di questo frutto che si gusta principalmente al naturale, ma è ottimo anche per la marmellata.
Noce di tigre
Viene chiamata noce per la sua forma, ma in realtà è la radice di una pianta palustre (Cyperus esculentus) detta zigolo dolce o chufa. Ha origini arabe ma oggi si trova solo in Spagna dove viene usata per preparare la horcata, l’orzata spagnola.
Chayote
Proveniente dall’America meridionale e centrale, coltivato anche in Italia, è noto come zucca centenaria o melanzana spinosa. Il suo nome originale deriva dall’azteco. Nonostante l’aspetto ispido, può essere cucinato come le zucchine, bollito, alla griglia o mangiato crudo in insalata.
Urucu
Questo frutto dotato di spine molli è molto diffuso in Amazzonia dove viene usato dagli Indios per proteggersi dal sole e dagli insetti. Nonostante il suo aspetto minaccioso, al suo interno l’urucu contiene dei piccoli semi rosso vivo ricchi di pigmenti, zuccheri, e proteine, che vengono utilizzati come coloranti naturali e per insaporire molti piatti della cucina sudamericana.
Monster Fruit
Il nome descrive bene questa pianta dall’aspetto poco invitante. Di origine messicana, il monster fruit ha la forma allungata di una pannocchia ricoperta di scaglie verdi, mentre la polpa all’interno ha un sapore molto simile all’ananas.
Noi-Na
Originario della Thailandia, è conosciuto in Inghilterra con il nome di sugar apple, letteralmente, “mela zuccherina”. Di colore verde-giallastro, la forma somiglia a quella di un lampone o di una pigna e, quando è maturo, può essere facilmente spaccato a metà, per mostrare la sua dolcissima e cremosa polpa bianca. E’ un frutto pregiato per accompagnare deliziosi cocktail ed è diffuso anche in Italia con il nome di Graviola o Annona.
Frutto del drago
Originario dell’Asia e del Sud America, è caratterizzato da bizzarre creste che ricreano le sembianze della mitologica creatura sputafuoco. La buccia è molto spessa e di colore rosso-purpureo, mentre la polpa bianca all’interno è ricca di molti piccoli semi neri commestibili e croccanti. È dissetante e perfetto per la preparazione dei cocktail.
Serena Porchera