“Vacche ribelli”: il cortometraggio sulle mucche che hanno conquistato la libertà
Una storia incredibile, che vede protagonista una mandria di mucche per nulla intenzionate a farsi catturare dopo anni di libertà
Agili, scaltre, libere: un gruppo di mucche sono protagoniste di una storia da film, nel vero senso della parola. “Vacche ribelli”, infatti, è un cortometraggio in uscita a giugno 2017 che ricorda da vicino il film d’animazione “Galline in fuga”, ma ha per protagonisti animali in carne e ossa: parliamo di una mandria di mucche che da circa 8 anni vivono allo stato brado nei boschi di Mele e Masone, in provincia di Genova. Questi animali si sono adattati perfettamente all’ambiente naturale e, nel tempo, hanno acquisito un’agilità estrema, decisamente insolita per animali così grandi, che ha reso vano ogni tentativo di cattura. Degno di nota è anche il fatto che queste mucche vivano in modo molto simile ai loro antichi progenitori selvatici, dividendosi in più gruppi e vagando principalmente di notte. Esiste anche una pagina facebook dedicata al film, attraverso la quale è possibile rimanere aggiornati su questa vicenda, che sta mobilitando l’opinione pubblica.
Mucche “ribelli”
L’inizio di questa storia risale a una decina di anni fa, quando una parte di una mandria in trasferimento in Lombardia è riuscita a fuggire tra i boschi circostanti. Da allora le mucche “ribelli” non solo sono sopravvissute, ma si sono anche riprodotte: secondo dati non ufficiali, infatti, il loro numero – tra nascite e decessi – sarebbe invariato dal 2011. Questa storia ha suscitato l’interesse di quattro documentaristi, che hanno quindi posizionato particolari videocamere nei boschi che si attivano (quasi sempre di notte) al passaggio delle mucche, per filmarne le “imprese”. Eccole lì, quindi, grosse, astute e in salute, assolutamente non intenzionate a farsi imprigionare dopo anni di libertà.
Orti distrutti, i cittadini hanno paura
Finora solo orti e terreni distrutti, ma le persone che vivono in prossimità dei boschi hanno paura per la propria incolumità: le mucche, infatti, sono guidate da un toro di sette quintali, che difende le femmine e che potrebbe diventare pericoloso per l’uomo. Ad oggi il futuro della mandria è ancora incerto, tanto più che “per questioni di pubblica sicurezza vige un ordine di abbattimento sugli esemplari maschi”, come si legge sulla pagina Facebook. In ogni caso gli abbattimenti (legali e non) messi in atto finora sono pochissimi, vista la grande scaltrezza e l’incredibile agilità degli animali. Enrico Piccardo, primo cittadino di Masone, afferma che “la sopravvivenza di queste vacche è ammirabile quindi, una volta assicurata l’incolumità delle persone, dobbiamo fare tutto il possibile salvarle”.
Australia: la mucca che nuota nell’oceano per sfuggire al mattatoio, è morta