Orsa Kj2: scatta la denuncia, Rossi replica: “Disinformazione”
Le polemiche non si placano: è infatti scattata la denuncia del M5S per l’uccisione dell’animale e il maltrattamento dei cuccioli
Arrivano le prime reazioni concrete da parte del mondo politico a seguito dell’abbattimento dell’orsa Kj2 in Trentino: l’On. Paolo Bernini, Portavoce parlamentare del Movimento Cinque Stelle alla Camera, ha infatti presentato una denuncia per l’uccisione della mamma orsa e per il maltrattamento dei suoi cuccioli, considerati incapaci di sopravvivere da soli. Come ricorderete, la vicenda ha avuto inizio a luglio quando un uomo, durante una passeggiata nei boschi nelle vicinanze del lago di Terlago, è stato aggredito da un’orsa. Immediata la “caccia all’orso”, scattata per catturare l’esemplare coinvolto nell’aggressione, tanto che Enpa è intervenuta immediatamente per scongiurare l’ipotesi di un “Daniza bis”, per evitare di replicare la vicenda che nel 2014 aveva portato all’uccisione di una mamma orsa colpevole di un’aggressione. Eppure non è bastato: Kj2 è stata abbattuta “perché le condizioni di tempo, spazio, luogo e l’indice di pericolosità di questo esemplare hanno evidentemente imposto questo tipo di scelta”, secondo quanto dichiarato da Ugo Rossi, presidente della Regione Autonoma del Trentino.
Abbattimento orsa Kj2, scatta la denuncia del M5S
La vicenda ha sollevato un gran polverone tanto che, fin da subito, il popolo del web ha minacciato il boicottaggio della regione. Tante anche le manifestazioni di protesta contro il finale di questa triste vicenda, che non pare destinata a risolversi a breve. Pochi giorni fa, infatti, anche la magistratura ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti sulla morte dell’orsa, ipotizzando il reato di uccisione di animali senza necessità. “Quanto accaduto anche all’orsa KJ2, fucilata per volere del Presidente della provincia di Trento, è inaccettabile per un paese civile. Per altro, la provincia di Trento ha ricevuto cospicue somme per la tutela degli orsi in Trentino. Crediamo che questo non sia il modo di tutelare gli orsi né i cittadini. È un paradosso grottesco ed inaccettabile ricevere fondi e fucilare poi gli animali”, ha dichiarato Bernini, che prosegue: “Per questo sarà anche utile l’esposto alla corte dei conti dell’UE, per sapere se uccidere le orse riproduttive sia uno degli obiettivi del progetto finanziato per oltre 8 milioni di euro. Sconcertante poi – aggiunge – anche l’assordante silenzio del Ministro della ‘distruzione’ dell’Ambiente Galletti che, ancora una volta, ha consentito l’uso di metodi cruenti e incivili per la gestione di specie particolarmente protette da normative nazionali e internazionali”.
La reazione della controparte, comunque, non si è fatta attendere: il presidente della regione Ugo Rossi, infatti, ha dichiarato che “il comunicato stampa diffuso dal rappresentante parlamentare del Movimento Cinque stelle sulla
gestione del orsi in Trentino presenta gravi inesattezze e fa opera di disinformazione“. Ha proseguito poi affermando che il progetto “Life ursus” – che aveva ed ha come obiettivo quello della reintroduzione sul territorio trentino di esemplari di orso bruno – è stato un’esperienza di successo, grazie alla quale dai 50 ai 60 esemplari di orso sono stati riportati sul territorio della regione. “Viene detto – afferma in riposta alle affermazioni dell’On. Bernini – che abbattere un orso problematico non è accettabile per un Paese civile: il controllo degli orsi anche mediante abbattimento nei casi di pericolosità per l’uomo è una prassi adottata proprio nei paesi “civili”, qualsiasi cosa significhi questa espressione, Scandinavia e Nord America su tutti”.
E, in merito alle critiche rispetto all’acquisizione di fondi europei per la gestione del progetto, conclude: “I fondi europei che la Provincia ha ricevuto per la gestione degli orsi non sono pari a “8 milioni” ma, ad oggi, esattamente a 211.995,85 euro. Il Parco naturale Adamello Brenta ricevette invece circa 1,5 milioni in 8 anni (negli anni 1997-2004, ovvero durante il periodo di vita del progetto Life Ursus). Dunque la Provincia autonoma di Trento da sempre sostiene i costi della gestione dell’orso in modo assolutamente prevalente, cioè con fondi propri, coprendo oltre il 90% della spesa totale”.
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