Il tessuto che arriva dagli scarti del tofu: l’idea tutta al femminile dall’Indonesia
Dopo quella ricavata dalle vinacce e quella ottenuta dalle foglie di ananas, ora è la volta della “pelle” vegana fatta con gli scarti della lavorazione del tofu
Scarpe, borse e portafogli fatti con il tofu. Impossibile? No, è l’idea portata avanti da XXLab, una piccola azienda indonesiana che produce “pelle vegana” partendo dagli scarti della lavorazione del tofu, una sorta di “schiuma” bianca che viene puntualmente gettata nei fiumi dalle industrie che lavorano la soia. L’Indonesia è uno dei maggiori consumatori di questo alimento al mondo e le giovani fondatrici dell’azienda al femminile – un’artista, una designer e un’esperta di cosmesi – cercavano un rimedio concreto all’inquinamento delle acque comportato dalla lavorazione di questo alimento.
Un’alternativa cruelty-free e a impatto zero
La “pelle vegana” prodotta da XXLab è quanto di più artigianale si possa concepire: lo scarto della produzione del tofu viene fatto bollire per qualche minuto con aceto, zucchero e fertilizzante. A questo punto viene aggiunta una colonia di batteri e il composto viene lasciato riposare per circa 10 giorni. Trascorso questo tempo, la mistura ha raggiunto una consistenza collosa, diventando cellulosa microbica, già utilizzata in altre parti del mondo per produrre imballaggi “green”. Si tratta di un sostituto della pelle animale a impatto zero, totalmente cruelty-free e a bassissimo costo che per ora non è ancora in commercio, ma che potrebbe essere utilizzato presto per produrre portafogli, borse e scarpe alla moda. “Forse in futuro questo materiale sarà molto utilizzato – ha dichiarato una delle fondatrici dell’azienda – ma intanto stiamo diffondendo la nostra idea in modo che tutti la possano utilizzare gratuitamente”.
Moda “vegana”: non solo tofu
Quella di XXLab è solo una delle tante alternative “veg” e a impatto zero pensate per sostituire la pelle animale: il Piñatex, per esempio, è un materiale innovativo realizzato partendo dalle foglie di ananas; la “pellemela”, invece, è un’idea italiana che utilizza la buccia e i torsoli delle mele per creare borse e accessori. Tutta italiana è anche WineLeather, la “pelle” vegana realizzata con gli scarti della lavorazione del vino, le vinacce. Per non parlare, poi, della “pelle” veg creata in Micronesia partendo dai tronchi dei banani. Insomma, tante bellissime idee che strizzano l’occhio alla salvaguardia ambientale e alla tutela degli animali, senza però rinunciare allo stile.