Tassa su carne e latte per ridurre i gas serra, lo conferma una ricerca
Una futura tassa sui prodotti di derivazione animale potrebbe essere la soluzione per fermare il cambiamento climatico e ridurre drasticamente le morti per obesità
E se esistesse una tassa sui prezzi dei prodotti alimentari allo scopo di ridurre le emissioni di gas serra e contemporaneamente prevenire le morti per obesità tagliando i consumi? La proposta arriva da un team di ricercatori dell'”Oxford Martin Programme on the Future of Food” in Gran Bretagna and dell'”International Food Policy Research Institute” di Washington che hanno ipotizzato gli effetti che un eventuale aumento fiscale sulla carne e i prodotti caseari avrebbe sui consumi, i gas serra e la salute in generale.
La ricerca basa l’onerosità della tassa su quanto inquinamento ogni azienda alimentare (in tutto il mondo) genera sia durante il processo di produzione che di trasporto, col risultato che alla carne (comprendente manzo, maiale e agnello) corrisponderebbero tasse più alte rispetto al riso e a tutte le altre colture.
La ricerca ha stabilito una tassa del 40% sulla carne di manzo ridurrebbe i consumi del 15% e taglierebbe le emissioni globali di gas serra di circa 600 milioni di tonnellate di diossido di carbonio, mentre una tassazione del 20% sul latte ridurrebbe i consumi di circa il 7% con un conseguente calo dell’inquinamento dell’aria pari a 200 milioni di tonnellate.
Alla luce di un ipotetico scenario in cui la tassa da emissione di gas serra è applicata a tutte le industrie alimentari, lo studio rivela anche che ci sarebbero all’incirca 107.000 morti evitate grazie al crollo dei consumi di carne rossa e analogamente meno decessi connessi a obesità e sovrappeso.
Il numero ridotto di morti cresce se connesso ad altre complementari situazioni: ad esempio, usando il reddito generato dalle tasse sulla carne per sovvenzionare la produzione di frutta e verdura, abbassandone i costi di acquisto per il consumatore e generando effetti benefici per la salute, si otterrebbero 492.000 morti in meno.
Una tassa per il cibo in relazione all’inquinamento che genera sarebbe sicuramente un incentivo per favorire stili di vita e alimentazione più salutari oltre che un modo per mitigare il cambiamento climatico e i suoi effetti allarmanti sul pianeta. Di conseguenza, in virtù dei dati rivelatori messi in campo da questo studio, i governi di tutto il mondo dovrebbero battersi per promulgare un’azione politica in tal senso.
“Per i suoi effetti positivi su salute e ambiente, il governo dovrebbe agire per ottenere il supporto dei consumatori e promuovere una tassa destinata a carne e latte” afferma Sarah Boumphrey (Direttrice del settore Economia e Consumi di Euromonitor), a CNBC.
“Detto ciò il settore dell‘agricoltura (quella destinata agli animali d’allevamento n.d.a.) sta progressivamente rivelandosi un’importante causa di inquinamento e cambiamento climatico, nonostante per lungo tempo ci si sia focalizzati su altri settori più alla ribalta come quello dei trasporti”.
Serena Porchera
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