Sutra degli alberi: a settembre il nuovo libro di Tiziano Fratus, l’uomo radice

Dopo aver coniato il neologismo Homo radix, il bergamasco Tiziano Fratus esplora l’incontro tra la meditazione buddhista e la dimensione boschiva nel suo nuovo libro

Uscirà questo settembre “Sutra degli alberi”, edito da Piano B Edizioni, la nuova pubblicazione di Tiziano Fratus, cercatore di alberi monumentali, scrittore e poeta. Gli alberi, come sempre, sono al centro del suo lavoro, ma questa volta l’autore indaga un nuovo tema: quello della meditazione zen in connessione con la natura.
Le passeggiate tra boschi e ruscelli sono storicamente sinonimo di benessere psicofisico, raccoglimento e rigenerazione. Eppure, nell’epoca dell’iperconnessione, spesso diamo la natura per scontata, relegandola a essere un ornamento più che fonte di vita. Di contro a questa deriva, in molti ricercano sempre più il contatto con il selvaggio e con l’incontaminato. Ad esempio, si sta dando sempre più spazio allo Shinrin-Yoku, l’antica pratica curativa giapponese del bagno nella foresta (se vuoi saperne di più ne abbiamo parlato in un articolo di approfondimento nel VegolosiMAG #25), mentre c’è qualcuno, come Tiziano Fratus, che ha scoperto nel viaggio tra i boschi la possibilità di edificare una nuova, e più empatica, versione dell’essere umano.

Bergamasco, classe 1975, Fratus è cresciuto tra Piemonte e Lombardia. Dopo aver lavorato per una casa editrice, e aver fondato il Festival Torino Poesia nel 2006, il momento di svolta nella sua vita è arrivato durante un viaggio in California: stregato dalla maestosità e dalla storia delle sequoie millenarie californiane, da quel momento si è dedicato unicamente alla ricerca e allo studio degli alberi. Negli anni a seguire ha pubblicato libri, raccolte di poesie e personali fotografiche sugli alberi e la loro storia, e ha anche coniato tutta una serie di neologismi presentati in una scheda dedicata del suo sito.
Tra questi l’Alberografia e l’Homo radix sono senz’altro i più noti: con il primo termine si intende la ricerca atta a individuare la tipologia delle specie arboree presenti in un determinato territorio; mentre si definisce
uomo radice colui che, attraversando il paesaggio e la natura (in particolare gli alberi monumentali o secolari), costruisce una nuova identità di sé. Ora, dopo i suoi testi più celebri quali “Homo radix: appunti per un cercatore di alberi (Marcovalerio Edizioni, 2010) e “Ogni albero è un poeta” (Mondadori, 2015), è in arrivo una nuova pubblicazione dal titolo “Sutra degli alberi”. 

Dall’ascolto della foresta all’ascolto di sé

Ciò che ha sempre affascinato Fratus della natura è che in essa vige la totale libertà: ogni essere può ascoltarsi e divenire quel che vuole, può godere di un’autonomia entro la quale tessere la propria traiettoria esistenziale. Se, infatti, Renato Cartesio formulò la locuzione “Cogito ergo sum”, il poeta la cambierebbe in “Radico ergo sum”: “radico, mi inselvo dunque sono”. Così, dopo aver indagato a fondo il percorso di trasformazione che l’uomo compie riconnettendosi con la natura, l’autore ha mosso un passo in avanti: fondere gli insegnamenti ricevuti dalle foreste con le lezioni di antichi pensatori, maestri di Dharma e monaci buddhisti.

“Chiunque s’immerga nelle titubanze e nelle geometrie di un minimo bosco si porta via un pezzo di albero quando ci passa in mezzo, quando si fa ombra fra le ombre. E per contro qualcosa di tuo resta lì, sospeso, a decantare, a precipitare, sottocorteccia, fra le radici. Tu e i maestri silenziosi”

Ha iniziato a studiare la meditazione zen e la sua messa in pratica così da farla permeare nelle sue teorie. Da queste ricerche nel tempo sono emersi diversi appunti che sono stati pubblicati in prima battuta separati su blog, quotidiani e in riviste cartacee e digitali (nonché nella pubblicazione “Shinrin nōto, Appunti dalla foresta). Ora invece, dopo averli raccolti e divisi per capitoli, saranno editi nel nuovo volume unico dal titolo “Sutra degli alberi” così da contenere l’intera e profonda riflessione dell’autore sul legame tra la spiritualità e l’ambiente, tra l’uomo e la dimensione boschiva della natura selvaggia. Il termine sutra, che deriva dal sanscrito सूत्र, sūtra, significa letteralmente “filo”, e nel suo senso originale veniva usato per indicare un “insieme di insegnamenti”. 

Una vita tra rami e foglie 

La produzione dell’autore che venera i boschi ha davvero dell’incredibile. Nel suo percorso editoriale ha pubblicato scritti in versi e opere che abbracciano poesia, narrativa, saggistica e fotografia. Per sei anni ha curato la rubrica “Il cercatore di alberi” per il quotidiano “La Stampa” e attualmente invece ne scrive diverse come “Con gli occhi di selva” per Green&Blu de “la Repubblica” e “Natura d’autore” su “La Verità”. Inoltre, ha ideato e condotto trasmissioni radiofoniche come Nova Silva Philosophica. La grandiosità della Natura ed Eremo delle rose e delle radici. In cammino tra le voci dello Zen italiano per Radio Francigena, e conduce la serie Radio Arbor – Gli alberi parlano ed è voce dei grandi alberi per Geo di Rai 3. Attualmente Tiziano Fratus vive nella campagna piemontese, lì dove si esaurisce la linearità della pianura e iniziano le radici delle montagne, coltivando una forma personale, essenziale e silvatica del buddhismo zen.

“Tanti popoli nel mondo adorano gli alberi o li hanno adorati, compresi i druidi, i latini, i germani; in molti li hanno visti come contenitori degli spiriti dei morti, e altri come macchine viventi dotate d’anima, a loro modo capaci di desiderare, di sognare, di innescare la pioggia e di donare protezione e cibo. Noi oggi ci inchiniamo davanti a loro, con un atteggiamento diverso, non c’è che dire, ma un mistero rimane, un mistero che la meditazione ci aiuta a non intaccare, anzi ci lascia coltivare”

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