Stop ai test su gli animali: le culture cellulari in vitro li sostituiranno
Uno studio americano afferma che i modelli di sperimentazione in vitro risultano più precisi dei test sugli animali: che sia finita l’epoca dei topolini da laboratorio?
Una buona notizia relativa ai testi sugli animali arriva dall’Istituto Nazionale per la Salute americano (Nih), che ha pubblicato sulla rivista “Nature Communications” i risultati del lavoro di Ruili Hung riguardante la sperimentazione sugli animali utilizzata per verificare la tossicità di alcuni farmaci e additivi. Attraverso “Toxicology in the 21st Century “ (Tox21), progetto finanziato dalla stessa Nih e dall’agenzia per la protezione dell’ambiente e del farmaco americana, Hung e la sua equipe di studiosi affermano che sarà sufficiente utilizzare le colture cellulari in vitro per verificare se pesticidi, additivi alimentari e farmaci sono tossici per l’essere umano.
Nel corso degli sono stati analizzati gli effetti di oltre 10mila sostanze chimiche con tecniche in vitro, quindi su colture di cellule umane, e in vivo, cioè sugli animali, concludendo che i modelli in vitro risultano più precisi nell’affermare gli effetti tossici causati su animali e essere umani.
La Lav si esprime riguardo alla notizia attraverso il commento della biologa Michela Kuan, responsabile del settore antivivisezione : “L’uso degli animali a fini sperimentali, metodo mai validato scientificamente, ha permesso di immettere sul mercato centinaia di migliaia di sostanze tossiche come pesticidi, droghe, interferenti endocrini e inquinanti. I test tossicologici eseguiti su animali hanno un “costo” elevato sia in termini di vite animali che in termini monetari. I metodi di ricerca che non fanno uso di animali – prosegue Kuan – sono già la scienza del futuro e bisogna investire in questo settore per ragioni etiche, verso l’uomo e verso gli animali, e per preservare l’ambiente”.
Ci troviamo quindi di fronte all’ennesimo problema etico relativo ai test su gli animali per cui la Lav ha sempre lottato e una riflessione sorge spontanea: questi dati spingeranno le aziende farmaceutiche verso una nuova forma di sperimentazione?
Non bisogna essere per forza animalisti, vegetariani o vegani per essere positivi di fronte a questo grande passo avanti riguardante la sperimentazione: dovremmo essere ben felici di salvare milioni di esseri viventi.
Francesca Paolillo