Stati generali del benessere animale a Roma: e il veg?
Un’occasione istituzionale per parlare di allevamenti, pratiche e leggi: ma il panorama vegetariano e vegano non ha spazio. Ecco di cosa si disciterà
Dal 13 al 15 aprile 2016 si terranno a Roma i primi “Stati Generali del benessere animale” presso la sede del Ministero della Salute. Si parlerà di allevamenti, randagismo, sperimentazione, animali selvatici ed esotici: lo scopo sarò quello di riuscire ad applicare le norme vigenti sullo sfruttamento animale. Sul fronte animalista troveremo la LAV (Lega AntiVivisezione) che parteciperà al dibattito con una relazione del suo vicepresidente Roberto Bennati sulla realtà zootecnica in Italia.
Il panorama legislativo
Le leggi in Italia per la tutela degli animali negli allevamenti ci sono e il trattato di Lisbona dell’Unione Europea, all’articolo 13, riconosce giuridicamente gli animali come esseri senzienti. Nel nostro paese la tutela degli animali da allevamento è sancita dalla legge n. 146 del 2001, anche se già dal 1985 la legge aveva ratificato le Convenzioni europee di Strasburgo sulla protezione degli animali negli allevamenti e al macello. Queste leggi, tra le altre cose, prevedono di fornire agli animali ricoveri, cure e alimentazione adeguate ai loro fabbisogni fisiologici ed etologici insieme alla libertà di movimento, illuminazione e temperatura adatti al benessere degli animali. Esistono anche direttive rivolte esclusivamente agli allevatori di animali di pelliccia, che devono garantire agli animali precisi spazi per l’allevamento e lo svezzamento, oltre che recinti arricchiti in base alle loro necessità.
I controlli
Eppure queste norme non sempre vengono applicate come dovrebbero. A testimoniarlo, tra le altre cose, ci sono servizi tv come quello andato in onda su Rai 1 lo scorso 10 aprile. In questo speciale del Tg1 è intervenuto anche Vincenzo Ugo Santucci, direttore “Ufficio Benessere Animali” del Ministero della Salute. Di fronte alle immagini di sofferenza e crudeltà provenienti da un allevamento “Sono immagini raccapriccianti – ha dichiarato – che mi fanno pensare sia come privato cittadino che come medico veterinario del Ministero”.
“Il Ministero non fa controlli diretti sugli allevamenti – ha continuato Santucci – ma piuttosto controlli a campione su tutto il territorio nazionale. Recentemente è stato controllato circa il 27% degli allevamenti italiani: su quasi 6000 ne sono stati controllati circa 1800, di cui 532 sono risultati irregolari o non conformi”. Santucci ha spiegato che il resto degli allevamenti vengono controllati dalle Asl e dai servizi veterinari in base alle disponibilità economiche delle regioni; ci sono anche controlli su richiesta, ma tendenzialmente non sono obbligatori.”
Bennati (LAV) ha dichiarato: “Ci auguriamo che questa positiva iniziativa del Ministero della Salute costituisca un’opportunità per realizzare un piano nazionale per l’applicazione delle norme esistenti e, perché no, essere motore di nuove iniziative legislative di maggiore tutela degli animali, a partire dagli urgenti ed improrogabili interventi nella zootecnica intensiva, come hanno confermato anche le immagini trasmesse ieri sera nello speciale TG1 sulle condizioni di vita degli animali negli allevamenti intensivi”.
E’ vero, gli Stati Generali potrebbero risultare importanti per applicare le leggi già in vigore, ma è altrettanto vero che nel programma non è menzionata alcun intervento che parli di alternative agli allevamenti intensivi: non sono previsti interventi da parte di associazioni animaliste che propongano, restando in un regime alimentare onnivoro, allevamenti di tipo estensivo, per esempio, in sostituzione di quelli intensivi. Ancora di più, nessuna finestra istituzionale verrà aperta verso un’alimentazione vegetariana o vegana che, nell’ottica di una diminuzione nazionale e globale del consumo di carne, sarebbe la soluzione per ovviare davvero alle situazioni spesso infernali degli allevamenti intensivi che nascono dalla necessità di voler garantire, da parte del mercato, sempre più carne a prezzi sempre più accessibili.