Spot Vodafone Nuova Zelanda: l’antispecismo e il maialino

PIGGY

Il suo nome è Piggy-Sue e il suo eroe umano è Keith, fa il postino in Nuova Zelanda. La maialina porta con sé il nome rivisitato di una famosa canzone di Buddy Holly (“Peggy Sue” del 1958) e anche una sorta di piccola favola anti-specista sia diventata uno spot per una grande azienda come Vodafone (divisione Nuova Zelanda).

In sintesi: il postino dai capelli rossi, faccia simpatica e cuor contento, trova un maialino dallo sguardo arzillo nel bel mezzo di una strada desolata, lo carica a bordo e, con il suo tablet e la sua potente connessione, cerca di capire chi ha smarrito l’animaletto che nel frattempo dalla sua scatola di cartone sul sedile anteriore del camioncino della posta, segue Keith a zonzo per le strade della Nuova Zalanda. Dopo vari tentativi ecco che qualcuno risponde all’appello di Keith e tra un biscotto e una coccola, Piggy Sue potrebbe tornare a casa: peccato che “casa” sia un ristorante che vende carne di maiale. Keith è combattuto, ma alla fine sceglie l’amicizia, e Piggy rimane con lui. Niente salsiccia, insomma.

Al di là della bella storia punzecchia-cuore e dell’ottima regia, questo spot mette in evidenza un aspetto interessante: cambiano, lentamente, i modelli di riferimento simbolici legati alla tenerezza, all’affetto e alla compassione umana. Niente più gattini sotto la pioggia “alla Barilla”, nessun cagnolino super performante “alla Infostrada” ma un maialino, un animale che, nella cultura occidentale è legato solo ad un’idea: cibo. Il maiale come animale da compagnia compare anche in una favola per bambini targata Ikea (ne abbiamo parlato qui). Non vi viene in mente anche “Babe. Maialino coraggioso” che cerca di diventare cane da pastore? Anche lì: siamo in Australia, 7 Oscar e James Cromwell, attore che interpretava il capo-fattoria, da sempre vegetariano, è diventato, dopo il film, vegano.

Non sono gli spot a cambiare il mondo, vero, ma la comunicazione di massa, quella degli spot appunto, della tv, è potente e spesso plasma gusti e tendenze, oppure li insegue, li riflette. L’allargamento del raggio di interesse della nostra compassione, forse, si sta allargando, lentamente ma inesorabilmente anche ad animali che per per la maggior parte delle persone, non sono altro che “oggetti di consumo alimentare”. L’azienda cavalca un trend? Mercifica l’antispecismo? Può darsi. Ma arriva, arriva forte,  arriva lontano e ce ne è un gran bisogno.

Federica Giordani

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