Nuovo spot pro carne finanziato dall’Europa: questa volta tocca al vitello
Gli animali, il loro presunto benessere e le istruzioni d’uso per consumarli al meglio: una nuova, schizzofrenica campagna di comunicazione, pagata anche da noi.
Nel novembre dello scorso anno toccò alla “stellina della carne bovina” finire in tv, su radio e giornali: una campagna pubblicitaria che raccontava quanto facesse bene la carne rossa se mangiata con equilibrio. Ora è il momento dei vitelli: la loro carne “tenera, sorprendente e facile” viene celebrata in un nuovo spot (e un sito) voluto da Assocarni, SBK (Fondazione interprofessionale olandese per la filiera vitello), la francese INTERBEV (Associazione Nazionale Interprofessionale dell’Allevamento e delle Carni) e la belga VLAM, (Ufficio Fiammingo di Agromarketing) e finanziato dall’Unione Europea. La campagna pubblicitaria durerà tre anni.
La carne di vitello “è una buona idea per mille buone idee“, recita lo spot, e il sito non è da meno: non solo si forniscono ricette e suggerimenti ma si racconta dei metodi di allevamento e del benessere animale del quale i cuccioli delle mucche usufruirebbero pienamente (almeno per gli 8 mesi in cui rimangono in vita prima di essere mandati al macello, i maschi, e alla filiera della produzione del latte, le femmine). Eppure le inchieste e le indagini delle associazioni animaliste hanno rivelato cose ben diverse.
L’europa finanzia gli spot
Ancora una volta la politica ha deciso di sostenere economicamente un comparto che sembra sempre più in difficoltà a causa della normale evoluzione dei consumi e grazie alle informazioni sempre più pervasive che riguardano lo stato dell’allevamento di questi animali. E non parliamo solamente degli allevamenti “lager”, quelli che le associazioni di categorie definiscono come “casi isolati”: basterebbe raccontare la verità che sta dietro il, processo di lavorazione della carne (non solo di vitelli) per far inorridire la maggior parte dei consumatori e portarli a cercare le alternative numerosissime.
Ma leggiamo e “traduciamo” il sito voluto da chi produce e vende carne di cuccioli:
SITO: I vitelli sono allevati da allevatori specializzati già due settimane dopo la nascita: li nutrono, li allevano e se ne prendono cura in apposite stalle. Un vitello lascia l’allevamento quando raggiunge il peso di circa 290 chilogrammi.
TRADOTTO: I vitelli sono allontanati dalle madri appena nati, vengono nutriti con latte in polvere e poi con cereali, spesso soia. Il vitello viene portato al macello quando raggiunge gli 8 mesi circa.
Ma continuiamo a leggere le indicazioni che vengono fornite sul sito “Viva il vitello.it” (un bell’abbinamento l’esortazione “viva” contando che sono animali destinati a morire dopo pochi mesi per finire nei piatti).
SITO: Il mangime d’allattamento, un composto di latte in polvere e integratori alimentari, è un alimento completo ed equilibrato. Viene distribuito ai vitelli diluito in acqua calda. Nei centri specializzati, i vitelli prendono la loro razione quando desiderano attraverso distributori automatici di latte, o due volte al giorno, quando è l’allevatore a portare il latte.
TRADOTTO: I vitelli sono separati dalle madri (inseminate artificialmente ogni 9 mesi per anni ) e vengono nutriti con del latte che non è quello che dovrebbero bere, dato che il loro nutrimento vero viene prelevato dalle madri (munte due volte al giorno) per finire sulle nostre tavole o nei prodotti confezionati.
Le “istruzioni” per usare i vitelli
Molto interessante è anche il linguaggio utilizzato sul portale che intitola uno dei percorsi di navigazione “Istruzioni d’uso“: il vitello, prima animale curato e protetto dall’allevatore che “si accorge subito se un animale non è informa, perché ha le orecchie abbassate”, diventa un oggetto del quale abbiamo bisogno di avere le istruzioni, come una radio, un telefono o una lavatrice. Nessuna menzione nel sito, però, sulla pratica di “decornazione” realizzata sui vitelli, ossia della cauterizzazione della radice delle corna per evitarne la crescita realizzata con uno strumento rovente apposito. Le corna devono essere eliminate per permettere agli operatori di lavorare in sicurezza.
La presa in giro delle pubblicità
La comunicazione completamente schizofrenica di queste pubblicità, così come di tutte le campagne dedicate ai prodotti di origine animale (latte, formaggi, uova), emerge chiaramente: da una parte gli animali devono essere trattati bene, curati, e vezzeggiati, per poi diventare bistecche e spezzatini di cui vengono fornite le ricette nella pagina a fianco. Questo sistema funziona ancora, purtroppo, ma certamente sempre meno, altrimenti sarebbe davvero difficile spiegare la necessità di grandi associazioni come Assocarni di chiedere alla politica di intervenire per sostenerne le attività e promuovere il consumo di carne.
La carne non è necessaria all’alimentazione umana, mangiare 100% vegetale è pienamente fattibile e solo in questo modo mucche, vitelli, agnelli, cavalli, maiali, galline, polli, tacchini, potranno tornare ad essere animali e non oggetti dotati di un libretto di istruzioni. Basta riflettere per comprendere pianamente la presa in giro.
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