Sequestro animali alla Fattoria delle coccole: la replica del legale della struttura
Ecco le dichiarazioni dell’avvocato della onlus in merito al sequestro di alcuni animali per presunti maltrattamenti
Dopo aver riportato la notizia del sequestro di alcuni animali nella “Fattoria delle coccole”, onlus che si occupa del recupero di animali “da fattoria” maltrattati, la redazione di Vegolosi.it ha contatto il legale della struttura, l’avvocato Francesca Cramis, per saperne di più sulla vicenda. Pur confermando il sequestro – sottolineando che i cinghiali interessati sarebbero cinque e non sei, come riportato in precedenza – la dottoressa Cramis ritiene comunque che ci sia stata un errore e un’esagerazione di fondo nel riportare la notizia. Il sequestro, infatti, non sarebbe avvenuto per maltrattamenti, ma piuttosto per motivi prettamente burocratici: “La “Fattoria delle coccole” non è un CRAS (centro di recupero animali selvatici, ndr) e per questo non possiede le autorizzazioni necessarie per detenere animali selvatici – ha dichiarato – Il punto è che questi cinghiali sono stati salvati da morte certa dopo che la loro madre era stata abbattuta dalle autorità in seguito a una segnalazione.”
Per quanto riguarda i quattro maiali sequestrati, che secondo le prime notizie trapelate sarebbero stati detenuti senza la possibilità di abbeverarsi con acqua pulita, l’avvocato è stato molto chiaro: “Secondo i carabinieri il recinto in cui erano ospitati non era idoneo né per le sue piccole dimensioni, né per l’impossibilità di riparare gli animali dal sole. Teniamo a sottolineare che si trattava di un rifugio provvisorio, dal quale sarebbero stati spostati a breve.” In merito alle condizioni dell’acqua negli abbeveratoi e alla mancanza di pozze di fango necessarie ai maiali per ristorarsi dal caldo, il legale sostiene che “la visita dei carabinieri è avvenuta alle 7 del mattino, quando la signora Bianca Tagliabue (responsabile del centro, ndr) non aveva ancora avuto modo di accudire gli animali”. Per quanto riguarda, poi, la presunta scarsa pulizia dell’acqua in questione, che secondo le autorità conteneva alghe e insetti, il legale ha dichiarato: “L’acqua non era putrida: chiunque abbia un minimo di conoscenze a riguardo, sa bene che con le alte temperature gli insetti tendono a raggrupparsi vicino ai ristagni di acqua. Gli abbeveratoi, inoltre, non contenevano di certo alghe: essendo strutture in cemento, a contatto con l’acqua possono talvolta ricoprirsi di muschio”.
La dottoressa Cramis conferma la notizia del ritrovamento di una carcassa di capra in decomposizione nei pressi dei recinti degli animali, ma sostiene che “la fattoria non ha mai ospitato un animale del genere, e lo possono confermare tutti i documenti al vaglio delle autorità in questo momento. La signora Tagliabue ritiene che si tratti di una ripercussione da parte di qualcuno che voglia mettere in cattiva luce la “Fattoria delle coccole”. Nessuno sa chi abbia fatto l’esposto al seguito del quale è avvenuto il sequestro degli animali, ma il sospetto dei proprietari ricade su alcuni ex volontari che, dopo il rifiuto da parte della signora Tagliabue di entrare nella onlus come soci, avrebbero preso di mira lei e la fattoria.
“Dallo scorso aprile ci siamo accorti di alcune affermazioni diffamatorie diffuse su Facebook”, continua l’avvocato. E a dimostrazione della buona fede della “Fattoria delle coccole”, la dottoressa Cramis sostiene di essere in possesso “di un documento, datato al 20 luglio scorso e firmato da un veterinaio ASL, che attesta la buona salute degli animali e l‘adeguatezza della struttura“. Si tratta, secondo il legale, di accertamenti richiesti dalla signora Tagliabue stessa per dimostrare l’assoluta correttezza nello svolgimento delle attività: “Se ci fosse stato qualcosa di anomalo e avessimo richiesto noi stessi dei controlli, ci saremmo dati la zappa sui piedi da soli”, conclude.
Foto in apertura tratta dalla pagina Facebook della onlus.
Fattoria delle coccole: sequestrati cinghiali e maiali per maltrattamento