Report e l’antibiotico resistenza. Quando la carne ci fa ammalare, in tutti i sensi
L’inchiesta del programma “Report” sull’allarme “batteri resistenti” apre uno scenario inquietante: se non si riduce l’uso di antibiotici negli allevamenti diventerà impossibile guarire la più banale infezione
La puntata di Report del 29 maggio è dedicata anche alla questione, gravissima, dell’antibiotico resistenza, ovvero della capacità dei batteri di evolvere, per sopravvivere, fino a diventare immuni a qualsiasi trattamento antibiotico. Un problema diffuso negli allevamenti in cui l’uso di antibiotici è pari al 70% del consumo totale e che si estende, a nostra insaputa, anche alle nostre tavole. Una realtà drammatica, denuncia Report, che non emerge come dovrebbe in modo allarmistico sulla stampa italiana ma solo nell’informazione estera.
Ne è una prova il fatto che questo tema sia stato portato alla ribalta dalla notizia recente di una donna statunitense colpita da escherichia coli, un batterio resistente persino all’antibiotico di ultima generazione «colistin». La colistina infatti è considerata l’ultima spiaggia degli antibiotici e se un batterio riesce a sopravvivere anche a questa è impossibile fermarlo. Potrebbe essere, scrivono i media americani, la fine dell’impiego degli antibiotici per combattere anche le più banali infezioni.
Più della metà del consumo globale di antibiotici, si dice nel servizio, viene impiegato negli allevamenti intensivi. Cosa sarà successo nell’intestino di questi animali negli ultimi 50 anni? Per scoprirlo la Commissione Europea ha disposto un controllo dei macelli in tutti e 28 i paesi dell’unione. Ne è emerso che la presenza di microorganismi multiresistenti è elevatissima. Non è difficile crederlo considerando la situazione igienicamente disastrosa degli allevamenti.
Con l’ausilio dei filmati di Essere Animali è stato mostrata la presenza di topi e di escrementi di topo, ulcerazioni e ferite aperte sui corpi dei maiali in un allevamento Amadori con certificato di “biosicurezza” in Emilia Romagna. Animali allo stremo che non arriverebbero vivi al macello senza gli antibiotici: si stima che per 30 milioni di animali allevati in Italia corrispondano 1.300 tonnellate di antibiotici, uno dei consumi più elevati in Europa.
Nel Regno Unito è proprio l’infezione delle carni la prima causa di avvelenamento del cibo: 1 su 8 prodotti sono contaminati ad alti livelli e 280.000 le persone che si ammalano all’anno tra cui 100 i decessi per un totale di un miliardo di sterline perse per le spese sanitarie.
Secondo un rapporto commissionato dal governo Cameron all’economista Lord O’Neil, siamo ormai a un passo dalla pandemia, ovvero un’epidemia estesa a livello globale, che nel 2050 rischia di fare dieci milioni di vittime all’anno, più del cancro.
Serena Porchera