Oscurati i video sul “prosciutto crudele”. EA: “Colpita la libera informazione”
Dopo sei mesi dall’indagine shock, le autorità chiedono l’oscuramento dei contenuti web che riportano la notizia. Ma l’associazione dice “no”
Dopo la querela del consorzio del prosciutto di Parma nei confronti di Essere Animali per l’indagine denominata “Prosciutto Crudele di Parma”, il 16 giugno è stato reso operativo il sequestro preventivo di tutti i contenuti online, riguardanti i maltrattamenti subiti dai maiali da allevamento, in vista del futuro processo.
Il caso
Come ricorderete, circa 6 mesi fa l’associazione Essere Animali ha portato avanti un’inchiesta che ha svelato una realtà agghiacciante, fatta di malattie, cannibalismo, maltrattamenti e denutrizione per produrre quella che è considerata una delle eccellenze italiane nel mondo. Il tutto è stato immortalato in immagini e video che hanno fatto il giro del web e non solo, suscitando l’indignazione generale.
Come riporta la stessa associazione, però, sei mesi dopo “La Polizia Postale, su decreto emesso dal G.I.P. del Tribunale di Bologna, sta procedendo a oscurare il sito internet www.ProsciuttoCrudele.it e tutti i contenuti web e social di Essere Animali che riportano il link di questa nostra investigazione”.
Oggi infatti non sono più visibili online le immagini scioccanti dell’investigazione condotta all’interno di un grande allevamento fornitore del Prosciutto di Parma comparse anche in televisione. La ragione è che il Consorzio del Prosciutto di Parma ha querelato Essere Animali per diffamazione a mezzo stampa e quelle immagini costituiscono prove da raccogliere preventivamente in vista del processo (ciò significa che nessuna sentenza è stata ancora emessa).
“Così non si colpisce la nostra associazione, ma la libera informazione. Le persone hanno il diritto di sapere che anche il prosciutto di Parma proviene da animali allevati in sistemi intensivi, dove lo stress e le misere condizioni di vita possono spingerli al cannibalismo” si legge nel comunicato stampa di Essere Animali che promette di dar battaglia e difendere la libertà di informazione, diritto sancito dalla nostra Costituzione.
Sequestro preventivo, “Ingiusta censura del diritto di informazione”
Essere Animali precisa infatti che le autorità non contestano la veridicità delle immagini visto che, all’epoca dell’inchiesta, l’allevamento in oggetto era realmente un fornitore del Prosciutto di Parma. Il punto è un altro: “Ciò che ci viene contestato dal Consorzio e accolto per ora dal G.I.P, ma solo per permettere ulteriori indagini è, in sintesi, l’aver accostato tali immagini al Consorzio stesso, offendendone la reputazione, anche attraverso il nostro slogan ‘Prosciutto Crudele di Parma’” dichiara l’associazione. “Quello che abbiamo fatto – spiega Simone Montuschi portavoce di Essere Animali – non è stato generalizzare ma spiegare che anche quel tipo di prodotto, etichettato come eccellenza, arriva dagli allevamenti intensivi e che gli allevamenti intensivi in molti casi si trovano per loro stessa natura in quella situazione”.
Mentre, per le associazioni animaliste, la querela del consorzio rappresenta l’ennesimo tentativo di nascondere la realtà degli allevamenti intensivi, Animal Equality dichiara la propria preoccupazione per la decisione delle autorità “perché dimostra come le stesse istituzioni che dovrebbero proteggere i consumatori e il loro diritto ad un’informazione onesta, libera e trasparente, siano le prime a difendere in via del tutto preventiva l’industria della carne”.
Dal canto suo, Essere Animali afferma che si opporrà a questo sequestro “attraverso le vie legali e anche denunciandone l’illegittimità attraverso media e azioni di sensibilizzazione” scegliendo perfino di non fornire alla Polizia Postale le password richieste per procedere all’oscuramento del sito, perché non vuole collaborare a quella che ritiene “un’ingiusta censura del diritto di informazione“.
Mai una volta Essere Animali è tornata sui propri passi, continuando a ribadire la propria convinzione rispetto alle scelte comunicative adottate per realizzare l’investigazione. La certezza, però, è anche un’altra: “Siamo convinti del fatto che quel video abbia scomodato interessi forti – dichiara l’associazione – perché le immagini sono state diffuse in televisione, viste da 1,5 milioni di persone solo sul web e riprese anche all’estero, in Inghilterra, Cina e Hong Kong. Ma proprio questa consapevolezza di essere ‘scomodi’ ci ha permesso di ponderare tutti i contenuti web sull’argomento, allo scopo di creare un dibattito sociale che investa tutta la società, così come dovrebbe essere“.
Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality Italia, ha così commentato la vicenda: “Le inchieste all’interno degli allevamenti rappresentano il diritto all’informazione di ogni consumatore in merito ai processi con cui vengono creati i prodotti che finiscono sulle nostre tavole. Organizzazioni come Animal Equality ed Essere Animali sono fra le poche in Italia ad effettuare indagini all’interno dell’industria della carne. Ogni volta che viene portata avanti un’inchiesta, smascheriamo la vera faccia dell’industria della carne, dimostrando con prove inconfutabili che gli abusi e maltrattamenti sugli animali non sono dei casi isolati. Per tale motivo non possiamo che mostrare la nostra più sentita vicinanza verso l’operato di Essere Animali, che da anni si impegnano a rendere accessibile un’informazione onesta e trasparente, la quale, con mio grande disappunto, sta venendo in questi giorni ostacolata dalle istituzioni, anziché essere tutelata e difesa”.
L’immagine in apertura, frutto dell’investigazione, mostra un maiale scheletrico lasciato agonizzare nei corridoi.
Dietro il Prosciutto di Parma maltrattamenti e sofferenza per i maiali – VIDEO