Orsi della luna imprigionati per la loro bile: serve un nuovo santuario
Rinchiusi in gabbia, torturati per anni e alimentati in modo squilibrato. Grazie ad Animals Asia finalmente la storia degli orsi della luna in Vietnam sembra avviarsi a un lieto fine.
L’associazione Animals Asia, dopo aver salvato centinaia di orsi da una ex fattoria della bile in Cina nel 2021, ha ora un nuovo obiettivo: il santuario predisposto per la cura e la tutela degli orsi in Vietnam è al limite della sua capacità e servono le forze di tutti, da ogni parte del mondo, per aprire una seconda struttura. Partirà il 27 maggio la più grande campagna di sempre per salvare gli ultimi orsi rimasti vittime di queste fattorie delle torture.
Gli orsi e la bile
Quella degli orsi della luna, cosiddetti per il ciuffo bianco che portano sul petto, è una storia che sta facendo il giro del mondo eppure è ancora lunga la strada per fermare del tutto l’atrocità che li vede protagonisti. Gli orsi, catturati da piccoli e mai rilasciati, vengono sottoposti, talvolta quotidianamente, all’estrazione della bile tramite cateteri in acciaio che rimangono impiantati nel loro addome, procurando loro infezioni dolorose e malattie. Come se non bastasse i poveri animali vengono alimentati in modo squilibrato per stimolare la produzione di bile. Questo ingrediente, ad oggi assolutamente sostituibile e non necessario, viene considerato però pregiato in Asia e lo si usa per medicinali, vini, shampoo e bevande ma costa circa 20-25 anni torture agli orsi.
Nonostante nel 1992 l’estrazione della bile dagli orsi della luna fosse stata dichiarata illegale, la mancanza di risorse e di esperienza per costruire centri adibiti alla salvaguardia animale ha fatto sì che il governo vietnamita concedesse ai privati di tenere gli orsi in custodia a condizione di non estrarre la bile. Questa decisione e l’assenza di controlli ha permesso alle fattorie di proseguire illegalmente la loro attività negli anni a venire. Quando nel 1993 Jill Robinson, l’attivista britannica fondatrice della Animals Asia Foundation, mise piede per la prima volta in una fattoria della bile quello che vide cambiò la sua vita per sempre: file su file di orsi neri asiatici rinchiusi in minuscole gabbie. Da quel momento Jill si promise che avrebbe posto fine a quella pratica crudele, obsoleta e non necessaria.
Porre fine alle torture
Senza mai fermarsi Animals Asia nel 2014 è riuscita a raggiungere un storico accordo ottenendo il permesso di prendersi cura dei 132 orsi presenti nell’ex fattoria della bile di Nanning, in Cina. Quasi 8 anni di permessi e tanta burocrazia dopo, la storia ha avuto un lieto fine: l’associazione, nel giugno del 2021, ha trasportato 101 orsi da Nanning alla propria riserva riabilitativa di Chengdu (Cina). Ora però l’organizzazione benefica è sul punto di mantenere un’altra promessa: porre definitivamente fine agli allevamenti della bile in Vietnam. Per farlo però ha bisogno di fondi per l’apertura di un secondo centro di recupero, poiché il primo oramai ha raggiunto la sua capacità massima di accoglienza. Il 27 maggio quindi sarà avviata la più grande campagna di sempre per salvare gli ultimi orsi vittime delle fattorie della bile.
Come ha annunciato Jill Robinson, fondatrice e CEO di Animals Asia, in un video sul sito ufficiale e su Instagram: “Si tratta di un’impresa enorme, che non possiamo portare a termine da soli. I nostri incredibili sostenitori ci hanno condotti a questo momento cruciale, contribuendo a salvare tante preziosissime vite. Ora abbiamo soltanto bisogno di un ultimo, urgente sforzo collettivo per costruire questa riserva e condurre ‘a casa’ gli ultimi orsi. Insieme guardiamo indietro quanto abbiamo raggiunto e guardiamo a quanto ancora faremo per gli animali dell’Asia”.