Olanda: dal Parlamento stop alla sperimentazione sui primati
Nel Paese che ospita il più grande centro di sperimentazione sui primati d’Europa arriva lo stop ai test su oranghi e scimpanzé a favore di un approccio più etico alla ricerca scientifica.
Solo settimana scorsa avevamo dato notizia della direttiva del governo olandese in merito alla limitazione del consumo settimanale di carne. Oggi, un ulteriore passo avanti sul fronte della tutela dei diritti degli animali è stato fatto, sempre dai Paesi Bassi.
La Camera dei Deputati del Parlamento olandese ha infatti approvato all’unanimità una mozione con la quale si chiede la revisione dei test effettuati sui primati e una loro sostituzione in tempo brevi con metodi di ricerca non cruenti. Un passo non da poco se si considera che proprio in questo Paese ha sede il Biomedical Primate Research Center (BPRC), il più grande centro di sperimentazione sui primati di tutta Europa, nel mirino di polemiche e proteste da molti anni.
L’obiettivo è porre fine a questi esperimenti entro il 2025 a favore di metodi sostitutivi di ricerca scientifica senza animali (nel 2014 si calcola che gli animali chiusi nei laboratori olandesi sono stati più di 620mila). Già dal 2002 non sono state più rilasciate al BPRC autorizzazioni per test su scimpanzé e oranghi e quello che si spera oggi è che la fine di ogni tipo di sperimentazione animale nel Paese cessi nei prossimi 10 anni.
E l’Italia? La situazione non è affatto migliore. Come riporta Essere Animali, a fronte di una popolazione sempre più contraria alla vivisezione e al coinvolgimento degli animali negli esperimenti, gli ultimi dati diffusi parlano invece di almeno 768.796 animali coinvolti in Italia nel 2012 in oltre 700 laboratori (dati della Gazzetta Ufficiale).
La strada verso una ricerca etica purtroppo è ancora lontana, ma timide avvisaglie di un cambiamento, anche se lento, fanno ben sperare.
Serena Porchera