Nuova inchiesta: l’incubo dei salmoni scozzesi per soddisfare il mercato – VIDEO
Ancora una volta viene mostrato il vero volto degli allevamenti intensivi: questa volta sono i salmoni scozzesi a pagare il prezzo di un’industria che viola le leggi del benessere animale.
Animali intelligenti e migratori, rinchiusi a nuotare senza scopo per anni nella stessa vasca. Migliaia di esemplari morti ancora prima di arrivare al macello. Inquinamento di terra e mare, e rischi altissimi per la biosicurezza. Una nuova inchiesta, condotta in 22 aziende scozzesi tra settembre e novembre 2020, è stata resa pubblica da una rete globale di ONG, guidata dall’organizzazione per il benessere degli animali d’allevamento Compassion in World Farming. Ecco da dove arriva il pesce esportato poi in tutto il mondo compreso il nostro paese e ora la Scozia vorrebbe creare le condizioni legislative affinché i numeri degli allevamenti aumentino da qui al 2030.
Le condizioni dei salmoni
Le immagini dell’inchiesta mostrano la presenza di migliaia di salmoni stipati in gabbie sottomarine, con deformità e malattie. Alcuni riportano ferite aperte in cui crescono alghe, abrasioni e lesioni alle branchie, alle pinne e alla bocca. Per Sophie Peutrill, responsabile della campagna globale di Compassion in World Farming per il benessere dei pesci, “questo è completamente inaccettabile. I salmoni soffrono silenziosamente, nascosti alla vista dei consumatori, in crudeli allevamenti subacquei in tutta la Scozia”.
Un altro grave problema è legato alla presenza dei pidocchi di mare, che si nutrono della pelle, del sangue e del muco dei pesci: infatti, sono stati trovati molti salmoni con occhi mancanti e grandi pezzi di carne mangiati. Con l’espansione dell’industria del salmone, la presenza dei pidocchi di mare è cresciuta e non esistono ancora metodi di prevenzione efficaci, rispettosi dell’ambiente e del benessere animale. Infatti, come hanno documentato gli investigatori, alcuni allevatori fanno ricorso a trattamenti chimici che causano la morte di molti pesci, i quali, spesso, vengono lasciati galleggianti nelle vasche insieme agli altri.
Stando alle dichiarazioni delle diverse associazioni animaliste che hanno sostenuto l’inchiesta, anche gli investigatori più esperti sono rimasti scioccati da ciò che hanno documentato: “Hanno trovato pesci stipati in spoglie gabbie sottomarine – continua Sophie Peutrill – dove questi migratori naturali non hanno altro da fare che nuotare senza meta in condizioni anguste fino all’età di 2 anni”. In natura i salmoni migrano per migliaia di chilometri. Allevati in questo modo, i pesci sono costretti a vivere in una situazione di sofferenza così elevata tale che la loro mortalità può raggiungere un tasso del 25% prima della macellazione.
Per denunciare le terribili condizioni degli allevamenti di salmoni, segno lampante delle violazioni della legislazione sul benessere degli animali, Compassion in World Farming ha scritto una lettera aperta al governo scozzese, chiedendo urgentemente una moratoria sull’espansione dell’industria, al fine di eliminare gradualmente l’allevamento intensivo del salmone.
Una minaccia per l’ambiente
L’allevamento intensivo di pesce non è dannoso solo per il benessere degli animali, ma anche per l’ambiente. Infatti – come ha riportato l’inchiesta – gli allevamenti scozzesi di salmone rilasciano un quantitativo elevato di rifiuti organici e chimici che “stanno cambiando la chimica dei sedimenti, uccidendo la vita marina sul fondo del mare e peggiorando la qualità dell’acqua“. È stato anche documentato che antibiotici e insetticidi, vengono rilasciati nell’ambiente, provocando la morte dei pesci e di altri organismi marini circostanti.
In aggiunta, l’allevamento dei salmoni è responsabile della cattura “collaterale” di milioni di tonnellate di pesce selvatico che funge da nutrimento per i pesci carnivori negli allevamenti intensivi, ridotti in olio oppure in farine. La conseguenza di questa pratica è l’impoverimento dei nostri oceani, come viene dimostrato anche dal documentario Seaspiracy, in uscita su Netflix oggi 24 marzo, che mostra come l’uomo stia distruggendo i mari, da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza.
I numeri dell’allevamento
La Scozia è il terzo produttore mondiale di salmone atlantico d’allevamento: nel 2019 sono stati “prodotti” circa 38 milioni di pesci. Per aumentare la produzione di salmone, il governo scozzese sostiene un piano per la massiccia espansione dell’industria entro il 2030. L’Italia risulta essere tra i primi 10 importatori di salmone scozzese, che viene commerciato in oltre 50 paesi.