Anche Versace e Furla dicono “no” alle pellicce
Due noti marchi a livello internazionale come Versace e Furla dicono “no” alle pellicce, dopo la svolta compiuta già da Armani, Gucci e Michael Kors
Ancora buone notizie dal mondo della moda: dopo Giorgio Armani, Michael Kors e Gucci, anche Versace, storico brand italiano che dal 1978 produce abbigliamento e accessori di alta moda, ha detto “basta” all’uso delle pellicce nelle proprie collezioni. A dare la notizia è la stilista Donatella Versace – sorella di Gianni, fondatore dell’omonimo impero della moda – dopo anni di polemiche e proteste da parte degli animalisti: “Pellicce? Ne sono fuori. Non voglio uccidere animali per fare moda, non mi sembra giusto”, ha dichiarato in una recente intervista per il magazine The Economist 1843.
Non tutti sono contenti
Una svolta epocale, dal momento che il brand era da sempre noto per l’utilizzo di pellicce di vario tipo, tra le quali montone, visone, procione e volpe. Non è ancora chiaro quando avverrà in via definitiva l’atteso cambio di rotta ma già da ora, sul sito ufficiale, è sparito qualsiasi riferimento a capi di abbigliamento realizzati con questo materiale. Se per gli animalisti la decisione di Donatella Versace è una notizia da accogliere positivamente, lo stesso non si può dire per l’International Fur Federation, organizzazione nata nel 1949 e che raccoglie i produttori e le aziende che operano nel settore delle pellicce: “La maggior parte degli stilisti continuerà comunque a lavorare con la pelliccia perché è un prodotto naturale realizzato in modo responsabile, mentre la plastica è più dannosa per l’ambiente”.
La svolta di Furla
Allo stesso modo anche Furla – noto marchio italiano di borse e accessori – ha deciso di recente di dare una svolta alla propria linea di produzione: dal 2019, infatti, il brand abbraccerà un nuovo orientamento animal-friendly, partendo dalla collezione “Cruise” che sarà nei negozi dal prossimo novembre. “La decisione di bandire progressivamente dalle collezioni l’uso della pelliccia animale è un progetto che conferma il crescente interesse del marchio per l’ambiente – ha dichiarato Alberto Camerlengo, amministratore delegato del marchio – con particolare attenzione al mondo animale, a cui Furla è molto sensibile. La decisione, inoltre, risponde alla crescente richiesta di prodotti etici da parte dei consumatori sempre più consapevoli e attenti a questi temi”.
Una svolta importante, questa, anche perché arriva da due marchi conosciuti a livello globale e che hanno una fortissima influenza sul panorama della moda internazionale. Tra le altre cose, si tratta di una decisione che rispecchia il sentire degli italiani: ben l’86% della popolazione, infatti, si dice contrario all’utilizzo delle pellicce.