Moby, su Netflix arriva il documentario: attivismo, scelta vegan e musica
Un racconto intimo che percorre la vita di un grande artista, compreso il suo amore per gli animali e la sua scelta vegana.
Richard Melville Hall è un grande musicista anche se forse il suo prozio, lo scrittore Herman Melville, non sarebbe stato in grado di apprezzare del tutto il suo sound (o forse sì, non mettiamo limiti alla sensibilità artistica). Famoso non solo per la sua musica ma anche per il suo impegno come attivista per i diritti degli animali e la promozione dello stile di vita veg, ora Moby, 53 anni e vegano da più di trenta, sarà protagonista di una delle puntate della serie Netflix “Once in a lifetime session“, documentario che racconta musicisti di grande fama durante una registrazione live di una loro performance musicale.
Durante il documentario, per ora in distribuzione solo sulla piattaforma Netflix negli USA (ma è possibile attraverso una newsletter essere informati su quando arriverà anche nel proprio paese), racconta di sé con voce tranquilla, occhi buoni e determinati: “La musica per me è sempre stata magica – spiega nel trailer della puntata a lui dedicata – e non è un lavoro ma un meraviglioso hobby”. Certamente un passatempo che lo ha portato a diventare uno dei musicisti più famosi (e ricchi) del mondo, ma Moby il suo patrimonio lo sta sfruttando al meglio, soprattutto per finanziare attività che hanno a che fare con la tutela dei diritti degli animali. Dal suo ristorante vegano Little Pine a Los Angeles, i cui proventi vengono interamente devoluti in beneficenza, fino alla recente asta dei suoi migliaia di vinili da collezione i cui proventi verranno utilizzati dalla fondazione Physicians Committee for Responsible Medicine guidata da Neal Barnard, medico americano da sempre sostenitore della scelta 100% vegetale.
Nel film, Moby descrive il giorno in cui ha realizzato che tutti gli animali sono uguali, con l’aiuto del suo gatto Tucker. “All’improvviso l’interruttore si è acceso nel mio cervello, e mi sono reso conto che ogni animale con due occhi e un sistema nervoso centrale ha una ricca vita emotiva e un profondo desiderio di evitare dolore e sofferenza”. Questa realizzazione ha portato Moby a diventare vegetariano e poi vegano due anni dopo.