Moby si candida come Presidente degli Stati Uniti: il vegan in primo piano
“Ci ho pensato per cinque minuti o giù di lì, e ho deciso di candidarmi come Presidente“: un annuncio che è arrivato questa settimana sul profilo Instagram di Moby – cantante e musicista americano, vegano da più di 30 anni – e che ha lasciato a bocca aperta i fan. Nessun programma elettorale, nessuna campagna acchiappa-voti e, in realtà, nessuna vera intenzione di essere eletto alle prossime elezioni del 2020: la mossa del cantante ha tutta l’aria di essere una provocazione (nemmeno tanto nascosta, a dire il vero), un espediente per portare alla luce questioni di cui, finora, si è parlato poco o niente e che invece risultano di fondamentale importanza per gli Stati Uniti e non solo.
“Per esempio – scrive Moby – perché sovvenzioniamo industrie che fanno ammalare la gente (tabacco, allevamento, produzione di petrolio, ecc.)? Perché facciamo ammalare la gente e poi spendiamo miliardi di dollari per curarla?”. Queste sono solo alcune degli argomenti sui quali il cantante punterà i riflettori, consapevole però di non avere le carte in regola per diventare l’uomo più potente del mondo (“Sono totalmente incompetente a riguardo, ma ciò non ha fermato Trump o George W. Bush”, scrive) né di volerlo diventare davvero (“non farò una campagna elettorale o non raccoglierò soldi, perché non credo assolutamente che dovrei diventare presidente” continua).
Moby, insomma, ha usato il suo annuncio sui social per incoraggiare i fan a votare per un candidato che non sia lui stesso, ma che sia comunque più adatto a ricoprire quel ruolo rispetto a Trump. “Di sicuro – conclude l’artista – concorrerò per le elezioni solo finché non dovrò mettere in piedi una campagna elettorale e finché nessuno voterà per me. Il vostro voto è importante, quindi per favore non sprecatelo con celebrità o candidati di terze parti”.
Le reazioni dei fan
Come hanno reagito i 350 mila follower del cantante a questa notizia? I commenti al post, oltre che decisamente entusiasti (“con un Presidente come te, il mondo sarebbe un posto migliore”, scrivono in molti), risultano talvolta anche divertenti: “Se ti mando 25 dollari, mi fai avere un adesivo da attaccare sull’auto?” scrive un utente; “grande notizia, ho già le magliette pronte. Le farò indossare anche al mio gatto…” chiosa un altro; “se diventassi Presidente, però, chi terrebbe il dj set alla tua festa di insediamento?”. Quest’ultimo commento, in particolare, fa riferimento al “no” categorico che Moby rispose all’agenzia di reclutamento artisti che lo avrebbe voluto ingaggiare per la festa di insediamento di Donald Trump.
Moby: gli attacchi a Trump e l’impegno animalista
Il cantante non ha mai nascosto la sua avversione nei confronti del nuovo presidente e delle sue idee politiche, sulle quali continua tuttora a polemizzare sulla sua pagina Instagram. Trump, infatti, ha più volte negato pubblicamente l’esistenza del riscaldamento globale sostenendo che si tratti di un “complotto” ordito ai danni dell’economia americana e nessun punto del suo programma politico tocca il tema della salvaguardia dell’ambiente o il sostegno alla biodiversità. Il presidente è, inoltre, un accanito sostenitore della caccia che egli ritiene essere “un passatempo non molto diverso dal golf “.
Insomma, visioni nettamente in contrasto con quelle dell’artista, che è invece impegnato da anni sul fronte ambientalista e animalista (come racconta anche il documentario su Netflix a lui dedicato): di recente, per esempio, Moby ha messo in vendita la sua villa di New York, ricavando denaro da destinare in parte agli animali “da allevamento”.
Allo stesso modo, tempo fa ha aperto un ristorante senza scopo di lucro, Little Pine, i cui ricavati vengono devoluti interamente alla causa animalista. Ma non basta, perché il cantante promuove da sempre una visione diversa del mondo anche attraverso la sua musica: “A simple love“, per esempio, è una lettera d’amore agli animali e agli animalisti, ma anche il singolo “Don’t leave me” è dedicato agli animali e alla loro sofferenza.
Lo scorso giugno, poi, ha tenuto il suo primo discorso in assoluto su TEDx – un programma talk che si occupa di diffondere idee innovative a livello internazionale – dal titolo “Perché sono Vegano“, nel quale ha parlato della sua scelta dal punto di vista etico e ambientale.