Ex allevatore crea un “santuario degli animali”: “Era troppo crudele”

A volte succede che un allevatore apra gli occhi e trasformi la propria attività: è il caso di Mike Lanigan, che ora vive con i propri animali e ha creato una “fattoria-santuario”.

Al giorno d’oggi l’allevamento risulta essere una delle attività umane più lesive della dignità e dei diritti animali. Ma cosa succederebbe se un allevatore prendesse coscienza di questo, trasformando la sua fattoria in un vero e proprio “santuario degli animali”? E’ ciò che è accaduto qualche tempo fa in Canada (Stati Uniti) a Mike Lanigan, ex allevatore di bovini che, dopo aver aiutato un vitello neonato a prendere il primo latte dalla sua mamma con gesti e cure amorevoli, ha deciso che fosse troppo ipocrita destinare tanto amore a un essere che, di lì a poco tempo, sarebbe stato necessariamente destinato alla macellazione. “Non ho mai amato mandare i miei animali al macello – ha dichiarato Lanigan – ma mantenere una fattoria è costoso e dovevo farlo”.

14212769_181821508914426_8343447048277609774_nUn cambio di rotta, quindi, che ha portato Lanigan dapprima a interrompere il ciclo allevamento-macellazione, e in un secondo momento a trasformare la propria azienda zootecnica in una “fattoria-santuario”: 100 acri di terreno in cui vivono 21 mucche, alcune oche, un asino – che si chiama Grano Saraceno e che cerca continuamente le attenzioni di Mike – e due cavalli, i quali vivranno tutta la loro vita circondati da amore e attenzioni, senza mai trovare sul loro cammino l’ombra di un macellaio. La speranza di Lanigan è quella di ampliare presto la propria attività, in modo da poter ospitare nella propria fattoria un numero sempre maggiore di animali bisognosi, sottratti a proprietari negligenti.

Certo, mantenere un’attività del genere – senza le entrate derivanti dalla vendita degli animali – è molto costoso, ma Mike sa come fare: per il momento vende legname, la verdura del proprio orto e un po’ di sciroppo d’acero, ma si augura che il suo “santuario” venga presto ufficializzato: “Abbiamo bisogno di un’ingente quantità di denaro perché mantenere le mucche è estremamente costoso. Ma arriveremo  – ha dichiarato – perché quando sarò vecchio, vorrò ritrovarmi con la coscienza pulita” ha dichiarato.

E in Italia?

Si chiama Fabio Bonetto, ed è uno dei casi noti in Italia di allevatore che ha deciso di cambiare rotta: “Quell’animale doveva finire nel mio patto, non c’era nulla di strano, poi ad un certo punto ti metti in discussione e capisci che forse così giusto non è” ha spiegato Fabio a Vegolosi.it. “Le ragazze”, come le definisce scherzosamente lo stesso Fabio, pascolano, giocano, e producono letame per la sua azienda di prdottii di orto frutta: “Prima noi vivevamo sulle spalle degli animali, adesso sono loro a spassarsela e a “sfruttare” noi”. Fortuna, Idea, Capinera, Carmen e le altre mucche che vivono a Farm Serenity stanno bene, e anche Fabio ha cambiato vita: “Sono diventato vegetariano facendo volontariato in alcuni gruppi animalisti, tutti i miei amici erano o vegetariani o vegani, tranne io e mio fratello, e così, piano piano, abbiamo capito che dovevamo cambiare strada e punto di vista, e così abbiamo fatto”.

 


 

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