Messico: animali marini in cattività presto liberi. E in Italia?
Entro sei mesi acquari e delfinari di Città del Messico dovranno restituire la libertà a migliaia di animali marini, pena sanzioni severe
Buone notizie in arrivo da Città del Messico: dopo la Francia, anche la metropoli messicana dice addio allo sfruttamento di mammiferi marini, tra i quali anche delfini e balene, nelle attività con gli esseri umani. Niente più spettacoli, programmi di nuoto o terapie di alcun genere, dunque, grazie a un disegno di legge approvato dal Congresso di Città del Messico. Secondo i media internazionali, le strutture esistenti avranno sei mesi di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni, liberando gli animali in cattività e sollevandoli dall’incombenza delle esibizioni e dell’interazione con il pubblico. Ognuno di essi dovrà essere liberato in un ambiente marino adatto, dove potrà continuare a vivere in mezzo ai propri simili. Per i trasgressori sono previste sanzioni piuttosto severe, stabilite e approvate dal Presidente della Commissione Ambiente, Xavier López Adame.
Sempre secondo la stampa, quest’ultimo avrebbe richiamato l’attenzione anche su Dolphin Discovery, uno dei delfinari più grandi e famosi del paese, considerato tra le dieci peggiori strutture americane per quanto riguarda lo sfruttamento e la sofferenza animale. Un grande passo avanti, quindi, nella lotta allo sfruttamento animale arriva anche dal sud America, che riconosce gli animali marini – e in primis i delfini – come esseri senzienti e che potrebbe ispirare altri paesi verso la stessa, sensata decisione. Ma mentre alcuni paesi si fanno portavoce del cambiamento, altri continuano a portare avanti tradizioni anacronistiche: in Giappone, per esempio, è la normalità tenere richiusi animali acquatici in piccole vasche all’interno dei centri commerciali, come ci ricorda la storia di Pizza, l’orso polare più triste del mondo. Sempre il Giappone porta avanti ogni anno un brutale massacro di delfini, la cui carne in oriente è considerata una vera prelibatezza (ma che viene servita anche in Italia), mentre ha fatto discutere a lungo lo sterminio di centinaia di balene in Norvegia per la produzione di prodotti di bellezza e cibo per animali. In Italia, per ora, delfinari e acquari continuano la propria attività, ma le associazioni animaliste lottano da tempo perché il cambiamento riguardi anche il nostro paese.