Merano, nonostante la sentenza Tar niente menu vegano a scuola: “Il bambino mangia pasta in bianco”
Dopo essere stato obbligato a servire menu vegan nelle scuole dal Tar, il Comune di Merano corre ai ripari: nuovi menu, ma il vegan non c’è
Aggiornamento delle 12.00 dell’11 Aprile
Abbiamo raggiunto telefonicamente l’avvocato Carlo Prisco, che ha seguito la causa della mamma del bambino vegano di Merano che ha confermato tutta la vicenda, aggiungendo ulteriori particolari. Prima di tutto saranno emesse due diffide al Comune per fare in modo che applichi la sentenza del Tar. Al momento, infatti, il bambino sta mangiando in mensa solamente riso bianco e pasta in bianco. La scuola parla di difficoltà tecniche ed economica ma la verità è che il menu stilato e proposto dalla mamma dello studente prevede l’utilizzo di alimenti già utilizzati dalla scuola per la mensa. Questo a riprova del fatto, sostiene l’avvocato Prisco, che non esistono nemmeno motivazioni economiche reali a supporto della scuola. Sta di fatto che i prossimi passi potrebbero essere quelli di un nuovo ricorso al Tar con eventuali risvolti penali, dato che si tratta a tutti gli effetti di un’omissione di atti d’ufficio.
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La seconda sentenza del Tar è arrivata da poco, costringendolo a servire menu senza derivati animali nelle scuole di Merano, ma il Comune non ci sta: per questo ha recentemente deciso di mettere mano alle regole della ristorazione scolastica. Come riporta il quotidiano locale, infatti, pare che il Comune di Merano non abbia ancora digerito la doppia sentenza da parte del Tar, che per ben due volte in due anni ha dato ragione alla stessa mamma che – prima al nido e poi alla scuola dell’infanzia – aveva richiesto, senza ottenerlo, un menu vegano per il proprio bambino. Il Comune, beninteso, non potrà esimersi dall’obbligo di fornire menu a base vegetale, qualora richiesti dalle famiglie, ma pare che sia al lavoro per evitare di incappare in nuove sentenze: con la collaborazione della dottoressa Maria Elena Azzaro – direttrice del Servizio dietetico e nutrizionale dell’ospedale Tappeiner – il Comune sta predisponendo una serie di menu specifici per le diverse esigenze dietetiche dei bambini. Peccato che tra queste non rientrino le scelte alimentari vegane.
Tanti menu, ma non quello vegano
Il Comune, infatti, ha messo in piedi un progetto insieme all’Ospedale Tappeiner per offrire pasti equilibrati, che salvaguardino la salute in caso di patologie e allergie, ma che al contempo rispettino i diversi credi religiosi. Accanto al menu “per tutti”, quindi, via libera a piatti pensati per bambini celiaci e intolleranti al lattosio, oltre che menu per chi segua una dieta latto-ovo-vegetariana.; concessi anche pasti che escludano solo il manzo o solo il maiale, come richiesto da alcune fedi religiose. Nessuna opzione, invece, per chi segua una dieta vegana. Il motivo? Innanzi tutto organizzativo: troppi pasti diversi per tanti bambini sarebbero difficili da mettere insieme.
In più, secondo la dottoressa Azzaro “quella vegana è una scelta etica dei genitori indipendente da patologie. Nel formulare i menù – continua – ci basiamo su evidenze scientifiche. La materia è in evoluzione e gli studi sull’alimentazione vegana sono ancora relativamente giovani: non vi sono dati inoppugnabili. Si sa, tuttavia, che se non seguita con estrema attenzione può portare a carenze notevoli. Non a caso la Dge, la società dei medici nutrizionisti tedeschi, ha diffuso una presa posizione dove gli esperti dichiarano che la dieta vegana non sarebbe adatta a donne in gravidanza, bambini e adolescenti“.
Affermazioni, queste, in notevole contrasto con quanto affermato ai nostri microfoni dal dottor Mario Berveglieri, medico pediatra specializzato in alimentazione vegetale, secondo il quale “una dieta vegana ben pianificata non solo è adatta in età pediatrica, ma è anche più salutare rispetto a diete di altro tipo per la rarità del sovrappeso e un più basso livello di colesterolo nel sangue nei bambini vegani”. Per quanto riguarda la gravidanza vegana, invece, la dottoressa Silvia Goggi afferma che “se si deve scegliere un’alimentazione che protegga il più possibile in tutte le fasi del suo sviluppo prenatale un bambino, quella a base vegetale è la migliore perché i maggiori inquinanti ambientali e i più importanti interferenti endocrini arrivano dalla carne e dai derivati”.
Dieta vegana in età pediatrica: intervista al dottor Mario Berveglieri