“McDonald’s, perché non fai un panino vegano?”
La catena di fast food che conta solo negli Stati Uniti 14mila punti vendita, potrebbe davvero fare la differenza? Più di 30mila persone pensano di sì.
Le ricerche dedicate alla produzione di prodotti a base vegetale che richiamo in tutto e per tutto la carne di origine animale, sappiamo che hanno un nome: “Impossible burger” e a finanziarle ci sono nomi come quello di Bill Gates. Non è un prodotto dedicato ai vegani, il target è differente: l’obiettivo è fare in modo che chi mangia carne smetta di farlo ma con un’opzione che non li renda insoddisfatti. Ora la richiesta di inserire un burger come questo va dritto al cuore del problema, bussa alle porte di McDonald’s che con i suoi 30mila ristoranti nel mondo, di cui 14 mila negli Stati Uniti, potrebbe davvero fare la differenza.
A chiedere che la catena di fast food più grande del mondo abbia sempre e per sempre un’opzione vegana (già testata nei punti vendita di Svezia e Finlandia) a base di Impossible burger è una petizione lanciata da Care2, la più grande community online del mondo dedicata agli stili di vita sostenibili. Sulla scia della decisione presa da White Castle, altra storica catena di fast food americana che ha inserito un burger “impossible” nei suoi menu, già 32 mila persone hanno chiesto che questo panino 100% vegetale diventi realtà anche sotto l’insegna della grande “M”.
“Gli americani – si legge nel testo della petizione – chiedono sempre di più opzioni con meno carne. Secondo un sondaggio ben il 47% degli americani prova a mangiare almeno un pasto vegetariano alla settimana e il consumo di carne sta lentamente diminuendo”.
E’ l’opzione che fa la scelta, insomma, un dato di cui c’è conferma anche nel nostro paese dato che grazie ad una sempre maggiore offerta di opzioni vegetariane e vegane in negozi e ristoranti, l’acquisto di proteine vegetali al posto di quelle animali, è aumentato ben dell’85%.
Ma non tutti sono d’accordo: soprattutto nel mondo vegano l’idea che un fast food possa introdurre opzioni vegetali non viene ben digerita da tutti, come se si trattasse di una sorta di presa in giro nei confronti di una scelta etica e ragionata che non ha nulla a che vedere con il business. Ma i numeri parlano chiaro: il consumo di carne e le sue terribili conseguenze su animali e ambiente vanno combattute su fronti diversi e non solo sul piano etico, molto difficile da rendere “globale”. La domanda è: meglio che chi mangia solo carne trovi un prodotto interessante e vegetale da sostituire (sempre o ogni tanto) nella sia dieta, oppure che si lavori a fargli comprendere che cosa c’è di etico e corretto dietro la scelta vegana? Oppure, non sarebbe bello che succedessero entrambe le cose contemporaneamente?