“Stop al foie gras nelle cucine di MasterChef”: la petizione di Essere Animali
Sta per partire l’ottava edizione di MasterChef Italia e Essere Animali lancia una campagna social per chiedere che non venga più utilizzato il foie gras: cosa risponderanno Cannavacciuolo e gli altri?
Mentre i nuovi aspiranti cuochi del programma food più seguito d’Italia si preparano ad accendere i fuochi, Essere Animali, lancia una campagna social per chiedere alla trasmissione di non proporre più piatti a base di fegato d’anatra o oca. Lo fa attraverso una petizione online che in due giorni ha già raggiunto quasi 10mila adesioni. Lo scopo, dichiarato, è chiaro: sfruttare il grande successo di pubblico di MasterChef per fare informazione su una pratica, quella della nutrizione forzata degli animali usata per ottenere il foie gras, considerata simile “a una tortura medievale”. Tutto questo mentre nel nostro paese il programmi tv di cucina non affrontano mai direttamente il tema dell’alimentazione 100% vegetale.
La campagna social
“MasterChef è il più importante cooking show della tv italiana, un appuntamento che oltre a fornire intrattenimento contribuisce a formare la cultura alimentare di migliaia di persone. La scelta di non utilizzare più foie gras presente invece in alcune puntate delle scorse edizioni – spiegano da Essere Animali – aiuterebbe a denunciare le terribili sofferenze inflitte agli animali per produrlo”. L’edizione 2019 di Master Chef andrà in onda da domani, 17 gennaio, su Sky Uno. Ventiquattro puntate, da qui ai primi di aprile, durante le quali, fa sapere l’associazione animalista, il battage sociale sul tema del foie gras sarà incessante. “Anatre e oche, spesso rinchiuse in minuscole gabbie dove non riescono nemmeno ad aprire le ali, vengono alimentate più volte al giorno con un tubo inserito a forza nella gola. In poche settimane il loro fegato si ammala e può raggiungere dieci volte il peso di un organo sano, rendendo per questi animali doloroso persino respirare. Una presa di posizione di MasterChef – ribadiscono da Essere Animali – lancerebbe un importante messaggio contro queste crudeltà”.
Perché MasterChef
La battaglia si sposta, dunque, in tv e punta a parlare direttamente ai consumatori. L’obiettivo di Essere Animali è che a prendere posizione sposando la campagna contro il consumo di foie gras siano i grandi chef che hanno fatto il successo di MasterChef, da Cannavaccioulo a Bastianich. Un’utopia? Forse, considerata la difficoltà della tv italiana a raccontare l’alimentazione a base vegetale. Anche a MasterChef, che alla cucina vegana ha dedicato in questi anni una sola puntata, nell’edizione numero 6, in occasione di una prova tra i monaci shàolín. Un approccio “esotico” che riconferma i limiti con i quali i media italiani si ritrovano a fare i conti quando parlano del mondo vegan, tra stereotipi e pregiudizi. Questo mentre la Bbc ha annunciato per il 2019 la messa in onda di “Dirty Vegan“, il primo cooking show interamente dedicato alla cucina vegana, che sarà condotto dall’ex stuntman e ora chef vegano Matt Pritchard. Negli Stati Uniti, già tre anni fa, proprio MasterChef vide la partecipazione per la prima volta di una concorrente vegetariana, la giovane Hetal Vasavada, nonostante il parere contrario dello chef “nemico dei vegani” Gordon Ramsey (che adesso propone un menu vegano nel suo ristorante in occasione di Veguanary). Staremo ora a vedere se questa volta le immagini della cruenta pratica alla quale sono sottoposte anatra e oche per ottenere il tanto “pregiato” foie gras potranno in qualche modo smuovere i cuori e le coscienze degli chef più blasonati d’Italia.
Il foie gras in Italia
In Italia la produzione di foie gras è vietata, ma il fegato d’anatra può essere venduto, importato per lo più dalla Francia, dove viene prodotto circa il 70% del foie gras consumato in tutto il mondo. Per questo, da anni la battaglia delle associazioni animaliste si è spostata sul fronte della sensibilizzazione ai consumi. Proprio Essere Animali aveva documentato nel 2015, con un’investigazione video, le atroci modalità di produzione del foie gras francese chiedendo alla grande distribuzione italiana di mettere al bando il prodotto. Un appello che ha portato progressivamente tutti i principali marchi della gdo nostrana, in oltre 10mila punti vendita, a non vendere più fegato d’anatra e d’oca.