Marcia indietro il Guggenheim: ritirate installazioni con animali vivi
A seguito di numerose proteste da parte degli animalisti, il celebre museo ha fatto dietrofront eliminando tre opere da una mostra
Dopo le proteste degli animalisti, il Guggenheim Museum di New York fa marcia indietro e ritira due video e un’installazione artistica con protagonisti animali vivi dalla mostra “Art and China After 1989: Theater of the World”, una rassegna di artisti cinesi d’avanguardia la cui inaugurazione è prevista per il prossimo 6 ottobre. L’installazione artistica incriminata è “Theater of the World”, che ha dato il nome all’intera mostra e che vede centinaia di insetti e rettili chiusi sotto una cupola di vetro illuminata da lampade che emettono un calore intenso. Uno dei due video sotto accusa, invece, si chiama “Dogs That Cannot Touch Each Other” e mostra quattro coppie di pitbull pronti a sbranarsi, ma che non possono farlo perché posizionati su dei tapis roulant che non gli consentono di avvicinarsi. Il secondo video, infine, è “A Case Study of Transference” e mostra l’atto sessuale tra un maiale e un cinghiale marchiati con lettere dell’alfabeto cinese e romano.
Si tratta di opere create tra il 1993 e il 2003, come riporta il New York Times, nate insieme alle altre per rappresentare l’oppressione subita dalla Cina nel corso del tempo. Lavori non apprezzati da parte degli animalisti, però, le cui reazioni non si sono fatte attendere: dopo l’organizzazione di un sit-in di protesta di fronte al museo, è stata lanciata anche una petizione per dire “no” a quel tipo di arte, tanto che il museo ha fatto un passo indietro “preoccupato per la sicurezza dello staff, dei visitatori e degli artisti che hanno partecipato alla rassegna”. Certo, non tutti hanno accolto positivamente il ritiro delle opere dalla mostra: “È tragico per una società moderna il fatto che un’istituzione d’arte non possa esercitare il suo diritto alla libertà di parola“, ha dichiarato l’artista Ai Weiwei in un’intervista telefonica al quotidiano americano. Anche l’autrice del video con protagonisti i pitbull non è apparsa entusiasta della decisione: “Non capisco il perché di tanta indignazione – ha affermato – sono cani naturalmente aggressivi e non sono stati mai maltrattati”. Associazioni animaliste come PETA e ASPCA, invece, avevano definito l’installazione come una “crudele manipolazione di animali”.
Al di là dell’esito di questa vicenda, la domanda è un’altra: è possibile considerare “arte” l’esibizione (involontaria) di un essere vivente? No, almeno secondo l’etologo Roberto Marchesini perché, come aveva affermato ai nostri microfoni, “l’esibizione è una forma di morte”.