Manuel Comandini, ultramaratoneta vegano: “Corro per gli animali”
È giovane, vegano e in salute; per dimostrarlo percorre grandi distanze a piedi, a nuoto e in sella alla sua bici, con un solo obiettivo: dare voce a chi non ce l’ha
Tante persone scelgono di cambiare la propria alimentazione in favore di scelte più consapevoli, che rispettino gli animali e l’ambiente. Il trentenne romagnolo Manuel Comandini è uno di questi, ma con una marcia in più: sportivo e vegano, affronta gare di Ironman (variante con distanze più lunghe del triathlon, disciplina che comprende corsa, nuoto e bicicletta) non solo per dare voce agli animali e sensibilizzare sulla scelta vegan, ma anche per dimostrare che “vegan e sportivo si può”. Ecco cosa ci ha raccontato.
Allora Manuel, partiamo dall’inizio: quando e perché hai scelto di diventare vegano? Eri già uno sportivo all’epoca?
Sono diventato vegano esattamente il 27 febbraio 2012. La mia scelta è stata dettata da motivi etici, dopo aver trascorso le due/tre settimane antecedenti a documentarmi sulle realtà che i miei occhi fino a quel momento non conoscevano. Negli anni precedenti mi sono sempre ritenuto un amante degli animali: manifestavo contro i circhi e mi indignavo per pellicce e vivisezione. Poi in quel periodo mi resi conto che invece c’era molto altro, qualcosa che era sempre stato sotto i miei occhi ma che avevo in qualche modo ignorato. Ricordo che iniziai a domandarmi chi ci fosse nel mio piatto, e non più cosa. Di punto in bianco decisi di non cibarmi più, di non indossare più e di non comprare più prodotti derivati dalla sofferenza e dallo sfruttamento animale. All’epoca avevo da poco concluso la mia prima maratona, i miei primi 42,195 km di corsa. Era ottobre 2011 e affrontai la gara per mantenere una promessa, ma dopo la corsa mi sentii così male che mi ripromisi che non avrei mai corso in vita mia distanze del genere. Di lì a poco, però, avrei cambiato idea.
Hai avuto difficoltà ad affrontare il cambiamento?
A livello fisico assolutamente no, nonostante abbia eliminato dalla mia dieta qualsiasi tipo di prodotto animale da un giorno all’altro. Con questa decisione, poi, ho scoperto un mondo tutto nuovo, sia per quanto riguarda le ricette che per i sapori ai quali mi sono avvicinato; ho conosciuto cibi vegetali di cui prima ignoravo l’esistenza e mi sono reso conto che non ci si priva di niente. Devo ammettere però di aver avuto qualche difficoltà e diversi scontri con persone con cui condividevo gran parte della mia vita: mi è stato detto più volte che la mia scelta era estrema, priva di senso, che dovevo pensare ai bambini e agli esseri umani in generale (come se non lo potessi fare ugualmente da vegano!), che avrei dovuto porre seria attenzione alla mia condizione di salute futura, perché sarei stato spesso ammalato e molto debole, tanto da poter faticare molto a tornare a correre. È anche grazie a tutte queste voci che ho deciso di riprendere a correre e, l’anno successivo, di spingermi nel triathlon su lunghe distanze, cioè l’Ironman, nonostante avessi il terrore dell’acqua e non avessi mai pedalato in vita mia una bici da corsa.
Alimentazione vegana e sport: c’è mai stato un momento in cui hai pensato che non fossero compatibili?
Mai, neanche per un momento. Documentandomi all’epoca scoprii che tanti atleti – come Carl Lewis, le sorelle Williams, Martina Navratilova, l’Ironman Dave Scott, per citarne alcuni – avevano eliminato dalla loro tavola prodotti animali. Avrei proseguito ugualmente nella mia scelta, ma scoprire questa cosa mi ha dato forza ed è stata un’ulteriore conferma; mi dicevo: “se l’hanno fatto loro, perché non potrei farlo anch’io?”.
Ti ha aiutato un professionista a bilanciare la tua dieta, oppure sei un “autodidatta”?
No, non mi ha aiutato nessuno. Ho iniziato a cercare informazioni da solo, ho letto libri, ascoltato esperienze dirette e pareri medici e, ancora una volta, questa scelta mi ha dato modo di imparare tante cose a livello nutrizionale che prima non conoscevo. Ho imparato cosa sono i carboidrati, le proteine, cos’è la vitamina B12, cosa sono il calcio, il ferro e ogni tipo di sostanza di cui abbiamo bisogno per stare bene. Ho imparato quali sono le valide fonti vegetali e cerco giornalmente di bilanciarle per mantenere una buona salute e un buono stato psico-fisico. Dopo quasi 6 anni e mezzo, posso dire di essere sulla buona strada: da quando mi alimento in maniera totalmente vegetale non ho più avuto bisogno di ricorrere a farmaci. Inoltre ho diminuito drasticamente le influenze (che quando ci sono provocano solo stanchezza e qualche linea di febbre, il tutto risolvibile in 2-3 giorni), ho eliminato le tossi e i mal di gola invernali e il mio livello di energia vitale si è alzato decisamente.
Il cambio di alimentazione ha influenzato le tue prestazioni sportive? Se sì, in che modo?
Il cambio d’alimentazione e di vita hanno influenzato le mie prestazioni sportive, e anche tutte le fasi della mia giornata. Questo nuovo modo di vivere mi ha dato tanta vitalità a livello mentale, grazie alla spinta dell’ideale che cerco di portare con me anche mentre pratico sport. Mi ha donato però anche tanta forza a livello fisico, grazie a un’alimentazione molto più naturale, viva e sana rispetto quella con cui ho affrontato i miei primi 24 anni di vita. Quella vegana è una dieta che è sempre in grado di darmi tanta energia e di permettermi di recuperare sempre alla svelta da fatiche anche piuttosto impegnative, come per esempio ultramaratone e Ironman.
Il tuo motto è “corro per gli animali”: che cosa intendi con questa frase?
Quando mi metto le scarpette, quando salgo sulla bicicletta o quando entro in acqua, non sono mai solo. La voglia di un mondo nuovo e diverso nei valori, più rispettoso e più equo per tutti i suoi abitanti mi accompagna in ogni mio chilometro di gara. Lo sport è un mio personale modo di lottare ed espandere il più possibile la voce, di essere il tramite che cerca giustizia per chi non può farlo, come per tutti quei miliardi di animali che annualmente vengono imprigionati, sfruttati e uccisi per puro egoismo e interessi economici. Corro sempre con qualche messaggio sulla maglietta durante le gare, perché oltre al messaggio di pace e rispetto, vorrei anche far capire alle persone che praticare sport, anche quelli considerati “estremi”, è assolutamente possibile anche mangiando in maniera totalmente vegetale.
Raccontaci la tua giornata tipo, tra sport e alimentazione.
La mattina mi sveglio alle 6.30 per essere in ufficio e iniziare a lavorare alle 7.00. Bevo soltanto acqua prima di andare a lavoro e prendo il mio unico integratore, quello di vitamina B12. Dalle 7 alle 11 lavoro e nel frattempo mangio frutta a piacere. Alle 11 esco e vado ad allenarmi: un’ora o un’ora e mezza di corsa, oppure un’ora di nuoto oppure due ore in bicicletta. Poi è ora di pranzo: nell’ultimo periodo mangio un cereale cotto, qualche legume, tanta verdura cruda, avocado, frutta secca o semi vari. A cena mangio sempre cereali o qualche pasta integrale o di farro o di grano, con verdure cotte. A volte aggiungo qualche formaggio vegetale o qualche derivato della soia come tofu o tempeh. A volte mangio pizza o crescioni (tipico prodotto romagnolo, visto che sono di Cesena, ovviamente senza strutto!) e mi concedo sempre uno sfizio dolce alla sera, come qualche biscotto, un gelato o una fetta torta. Sono goloso, molto.
Dove ti porteranno i tuoi prossimi impegni sportivi?
A Cervia, a 20 km da casa, dove tenterò di raggiungere il 6° traguardo di un Ironman. Il 29 luglio scorso ho corso la stessa gara a Zurigo, nuotando 3,8 km in acque libere, pedalandone 180 in bici e correndone 42 a piedi. Quest’anno ho deciso di correre due Ironman in meno di due mesi per raccogliere più soldi possibili, utili per finanziare le investigazioni di Essere Animali, associazione che in questi ultimi anni ha permesso a milioni di persone di vedere quello che accade dentro a macelli, circhi, zoo e allevamenti. Per chi lo volesse, è possibile anche donare un piccolo contributo alla causa. Ora, perciò, testa e cuore all’Ironman di Cervia.
Il piatto “veggy” al quale non potresti proprio rinunciare?
Non ce n’è uno in particolare, ma sono appunto goloso, e molto, e ogni dolce potrebbe essere un ipotetico cibo irrinunciabile! Va bene tutto: dai biscotti al gelato, dalle torte alle tantissime ricette vegane esistenti al mondo per mangiare un dolce veramente buono.
Quali sono i tuoi consigli per chi si volesse avvicinare all’alimentazione 100% vegetale?
Il mio unico consiglio è quello di mettersi totalmente in discussione, essere pronti a sradicare le convinzioni che ci portiamo dietro dalla nascita e a guardare tutto da un’altra prospettiva, con più empatia possibile. Soltanto chi crede di non avere tutte le certezze in mano può essere in grado di cambiare e di affrontare un nuovo, spettacolare (e consigliatissimo!) percorso. Ne beneficeranno gli animali in primis, il pianeta tutto e la nostra stessa salute. Siate pronti a liberarvi da tutto ciò che vi tiene stretti in quella determinata condizione, ascoltando solo ed esclusivamente il vostro cuore e la vostra empatia: loro vi porteranno nella direzione che per voi sarà più giusta.