Mamme contro il menu di verdure a scuola. Il pediatra: “E’ un errore”

“Dateci la mortadella, siamo bambini”: alcune mamme a Firenze hanno protestato contro quinoa, tortini di verdura e orzotto che “non piacciono ai bambini”

Orzotto, cecina, tortino di verdura, zuppa di cavolo con quinoa: questi piatti devono sparire dai menu dei bambini. A chiederlo un piccolo gruppo di mamme fiorentine che, come riporta il quotidiano “La Nazione”, ha raccolto alcune firme davanti alla scuola. Seguendo le orme della canzone di Francesco Gabbani, le mamme hanno messo in atto un piccolo flash mob: “Aaa spiegami, perché un menù di scuola sia così. Se la quinoa piace a lei, io a meno ne farei… gastronomia è new age: risposte facili, dilemmi inutili”. Insomma ai bambini quei piatti a base di verdure non piacciono, quindi vanno eliminati.

Ma è davvero questa la mossa educativa giusta? Le scuole e le loro mense devono seguire i gusti dei bambini? I genitori che ruolo hanno nell’educazione al gusto dei più piccoli?. Il punto della protesta è chiarito molto bene dalle parole delle mamme: “Questi cibi strani che dice sono sani, sono ancora un bambino, va bene anche un panino con la mortadella, riempiteci la pancia: l’occidentale magna”. Peccato che non funzioni proprio così a detta dei pediatri e delle linee internazionali di riferimento per l’alimentazione. Proteste menu vegani“Il 30% dei bambini in Italia e in Europa è in sovrappeso, questo dato è gravissimo – spiega il dottor Mario Berveglieri pediatra, ai microfoni di Vegolosi.it – la scuola deve avere un ruolo educativo, anche sull’alimentazione, non è possibile seguire esclusivamente il gusto dei bambini e inoltre le famiglie devono cercare di condividere anche a casa delle linee guida sane per l’alimentazione dei bambini”:

Berveglieri lo spiega chiaramente: “Il gusto dei bambini si forma, si educa. E’ ovvio che ognuno di noi ha delle preferenze, ma se cediamo alle richieste dei più piccoli su tutti i fronti la loro alimentazione sarà solo ricca di cose che non gli fanno certamente bene. Il gusto si forma anche nella fase prenatale: se la mamma in gravidanza mangia in modo equilibrato anche in base a questo il bambino sarà in grado di assaggiare e provare tutto”. Il ruolo della famiglia nell’educazione alimentare dei bambini è importante: “Se le famiglie non si interrogano sulla loro alimentazione, cercando di seguire le linee della vera alimentazione mediterranea, si crea una situazione per la quale sia a scuola che a casa mangeranno solo cibi di origine animale, questo è sbagliato”. Inoltre, spiega sempre il pediatra, i bambini provando cibi nuovi e diversi a casa potrebbero influenzarsi a vicenda spingendo anche gli altri a provare nuovi piatti e sapori.

Proteste menu veganiFederica Berrobianchi con i bambini dai 3 mesi ai 3 anni ci lavora ogni giorno nel primo asilo nido vegano d’Italia, che si trova a Milano. “I bambini mangiano di gusto, mangiano tutto, sono delle buone forchette, ma il lavoro educativo sul cibo che svogliamo – spiega ai nostri microfoni – è importante. Quando cuciniamo loro vedono, toccano, assaggiano, sanno che cosa stiamo preparando. Giochiamo con i colori, con le forme, conoscono tutte le verdure, le spezie”. Il gusto è innato, è vero ma l’educazione a casa è fondamentale: “Le loro famiglie lavorano all’educazione alimentare di concerto con noi – continua Federica – ed in più se ad un bambino quell’ingrediente non piace, quello che proviamo a fare è cucinarlo in altre decine di modi per trovare la giusta chiave, è la scuola che decide la linea educativa, non il bambino”.

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