Lobby Joe, storia di un aragosta tornata nell’oceano
Lobby Joe, in procinto di diventare cibo per gli esseri umani, è stato acquistato e accompagnato in un lunghissimo viaggio di ritorno nell’oceano
Un viaggio infinito a ritroso, dal supermercato all’oceano: è la splendida storia dell’aragosta Lobby Joe. Christine Loughead, una ragazza vegana canadese, si trovava in un negozio di alimentari di Red Lake, la cittadina dell’Ontario in cui vive, quando ha notato un’aragosta ancora viva in una cisterna. Come ha raccontato al Canadian Broadcasting Corporation, “non sopportavo quella vista. Poi mi si è accesa una lampadina: non è mai troppo tardi per aiutare. Era vivo”. Christine ha quindi comprato l’aragosta per 15,46 dollari, l’ha portata a casa e gli ha dato un nome: Lobby Joe. Ha tagliato lo spesso nastro di gomma che avvolgeva i suoi artigli, lo ha messo in una bacinella di acqua salata e ha scoperto online che probabilmente l’aragosta era stata strappata dalle acque vicino a Nuova Scozia (a circa 3000 chilometri dalla sua Red Lake), una delle tre province marittime del Canada. Christine non ci ha pensato due volte: si è rivolta ad una community vegan nell’area per chiedere aiuto.
Il ritorno nell’oceano
Beth Kent, fondatrice di un rifugio animale locale a Bridgewater (piccola cittadina a circa un’ora da Halifax, capitale di Nuova Scozia) ha risposto all’appello. Christine si è informata e ha scoperto che la più vicina corriera disponibile ad accompagnare Lobby Joe era a Winnipeg, a sei ore di guida dalla sua cittadina: ha quindi posto l’aragosta in una scatola di polistirene imbottito con giornali fradici, lo ha accompagnato a Winnipeg e lo ha affidato alla corriera. Una volta giunto a destinazione, dopo ben 24 ore, Beth lo ha spacchettato e rilasciato in una piccola baia. Beth ha infine chiamato Christine per rassicurarla: tutto è andato per il meglio. Il lungo viaggio di Lobby Joe, per una volta dal supermercato all’oceano e non viceversa, ha avuto esito positivo.
Yuri Benaglio