La soia fa male?

La dottoressa Dogliotti, biologa nutrizionista di Fondazione Umberto Veronesi risponde alle domande dei lettori di Vegolosi.it e della sua redazione sul tema della soia

La soia fa male

Attorno al consumo di soia e dei prodotti da essa derivati si sono sviluppati negli anni molti dubbi, miti e perplessità. La domanda “La soia fa male?” è una delle più frequenti soprattutto nel mondo vegetariano e vegano che utilizzano questo legume e i suoi derivati per molte ricette e preparazioni. Abbiamo chiesto ai lettori del nostro magazine attraverso la nostra pagina Facebook di fare le proprie domande sul tema alla dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e divulgatrice di Fondazione Umberto Veronesi. 

Dottoressa, la soia fa male alla nostra salute?

No, ad oggi secondo la comunità scientifica non ci sono evidenze che dimostrino il presentarsi di danni alla salute derivati dal consumo di questo alimento e dei suoi derivati, né su popolazione sana né con patologie, a patto, ovviamente, che non ci sia nel soggetto una allergia alla soia stessa.

Tema dei fitoestrogeni: è vero che la soia e i prodotti derivati da essa ne apportano troppi al nostro organismo?

Nei prodotti a base di soia e nella soia stessa parliamo di un contenuto per porzione di isoflavoni (la classe più importante di  fitoestrogeni) di  circa 25 milligrammi, un contenuto discreto se consideriamo che in letteratura si parla di 40-60mg al giorno di isoflavoni da alimenti per aver effetti benefici e non oltre  gli 80mg al giorno sotto forma di integratori. Però capiamo prima di tutto che cosa sono i fitoestrogeni. Si tratta di sostanze di origine vegetale, molecole, che hanno una struttura molto simile agli estrogeni per questo possono comportarsi in modo simile a questi ormoni ma solo per quanto riguarda la loro forma. Gli ormoni per funzionare si legano ad altre molecole (recettori) che creano un complesso e questo incastro provoca una serie di reazioni molto diverse fra loro. Il fitoestrogeno si può legare nello stesso modo, ma non è detto che possa stimolare le stesse reazioni: il sito di legame viene occupato dai fitoestrogeni creando un effetto antiestrogenico ovvero un’interferenza al legame con gli estrogeni quando questi ultimi sono troppo abbondanti, mentre quando sono scarsi  l’effetto sarà di tipo estrogenico. Questo loro ruolo risulta importante perché gli estrogeni, se in eccesso, possono aumentare l’incidenza e la progressione di alcuni tumori, mentre se scarsi causano alle donne i disagi dei sintomi della menopausa e le predispongono per un maggior rischio cardiovascolare e per l’osteoporosi

Da dove arriva, quindi la paura relativa al ruolo dei fitoestrogeni?

Deriva da alcuni studi effettuati su cellule e animali, topi per l’esattezza, che hanno fatto sospettare che ci potesse essere nelle cellule tumorali ormone-sensibile (come alcuni tipi di carcinoma della mammella) un peggioramento della situazione. Questo dato però è stato testato solo in vitro e in vivo ma sui topi che metabolizzano in modo diverso gli isoflavoni;  il dato osservato riguardava topi in cui erano state impiantate cellule di tumore della mammella umano estrogeno sensibile in cui  si notava una crescita del tumore dopo somministrazione di isoflavoni; nella stessa tipologia di topi è stato anche osservato che una dieta arricchita con isoflavoni andava ad annullare l’effetto del farmaco antitumorale Tamoxifene. Per contro è vero però che ci sono studi su donne che dicono che i fitoestrogeni potenzierebbero l’effetto del farmaco.
Sconsigliare quindi l’uso della soia in donne che hanno già avuto un tumore al seno è quindi una scelta medica soggettiva legata forse ad un eccesso di precauzione, vista la mancanza di dati statisticamente significativi in merito. Ci sono anche altri studi che dicono ancora che non ci sono interferenze fra consumo di soia e farmaci chemioterapici. Ma stiamo parlando dell’alimento e non delle pillole a base di fitoestrogeni (gli estratti) perché le dosi in quel caso non sono paragonabili all’assunzione quotidiana da alimenti. Comunque non esiste uno studio che associ l’utilizzo quotidiano di una porzione di soia al giorno e un aumento di qualsiasi tipo di malattia o di recidive di chi ha avuto patologie tumorali al seno.

Che rapporto c’è invece fra il consumo di soia e la tiroide?

Per quanto riguarda il tema prevenzione, non ci sono evidenze sul fatto che consumare soia alimentare possa portare a danni di nessun tipo al funzionamento della tiroide. Per chi invece soffre di ipotiroidismo, c’è un discorso di interferenza nell’assorbimento dei farmaci che si assumono (tiroxina), ma non solo con la soia, anche la fibra in generale o il latte, per esempio possono interferire con l’assorbimento del farmaco. Quest’ultimo, infatti, deve essere assunto a stomaco vuoto per non inficiarne il potere, ma se chi è costretto ad assumere dei farmaci per la tiroide vuole consumare la soia regolarmente è bene comunque che ne parli, con il proprio medico,  per valutare al meglio modi e tempi di assunzione di pasti e tiroxina.

La soia e i derivati hanno controindicazioni per le ragazze con squilibri ormonali?

Non ci sono evidenze particolari nemmeno in questo caso. Gli squilibri ormonali, anzi, solitamente vengono mitigati dalla soia come nel caso della sindrome premestruale e da menopausa. Ci sono delle terapie mirate per gli scompensi ormonali: una volta verificate le cause che possono essere di varia natura, soprattutto nella fase adolescenziale, come può essere per esempio la condizione di sottopeso, solitamente il ginecologo consiglia dei farmaci per trattarli, ma non ci sono interferenze con la soia alimentare: non stiamo parlando, quindi, degli integratori, che sono tutt’altra cosa e il cui dosaggio non ha nulla a che vedere con quello “naturale” che otteniamo dall’alimentazione.

La soia può provocare sterilità negli uomini?

Nessuna evidenza anche qui: gli unici due studi che avevano rilevato diminuzione dei livelli di testosterone dopo aver consumato per un periodo di tempo isoflavoni si riferivano a dosi 9-10 volte superiore ad un normale introito con l’alimentazione, per cui non si possono definire statisticamente rilevanti.

Esistono delle dosi indicate per il consumo di soia per una persona in buona salute?

A livello mondiale la dose consigliata è quella di una porzione al giorno che significa, per esempio, una tazza di latte di soia da 250 ml o uno yogurt di soia, oppure un panetto di tofu da 100g: con un’alimentazione varia e bilanciata non ci sono rischi particolari di sovradosaggi. Per quanto riguarda invece gli integratori di Isoflavoni la dose massima consentita secondo il Ministero della Salute è di 80mg al giorno.

Parliamo di fasce di età: ci sono indicazioni particolari per i bambini?

No, non ci sono delle controindicazioni particolari per i bambini, ma va fatta una precisazione per i lattanti: così come il latte vaccino anche il latte di soia non è adatto all’allattamento, ci sono dei latti vegetali formulati, specificamente studiati per i bambini che non possono assumere proteine del latte. Sembra ovvio, ma è importante specificarlo molto bene.
Per quanto riguarda i bambini già svezzati, invece, non ci sono particolari controindicazioni, l’alimentazione, ovviamente, deve essere completa e bilanciata, anche per i bambini vegetariani e vegani e non dobbiamo mai essere monotematici con la fonte proteica vegetale, non solo soia, quindi.

Parliamo invece delle proprietà della soia: perché fa bene?

Prima di tutto la soia è un legume particolare, contiene come altri un’elevata percentuale di proteine (37% nei fagioli secchi di soia), ma  rispetto ad altri vegetali, contiene tutti gli aminoacidi essenziali, cosa molto rara; contiene una parte di carboidrati (23%) e una parte di grassi (19%). I grassi della soia sono ad elevato contenuto di polinsaturi, in particolare gli essenziali omega 3 e omega6, quindi c’è un vantaggio sul profilo lipidico per chi li assume, tanto che andrebbe a diminuire il rischio cardio vascolare, aumentando quello che viene definito il “colesterolo buono” ossia quello associato alle proteine ad alta densità HDL, mentre le proteine LDL sono quelle che rischiano di far sedimentare il colesterolo nelle arterie innescando il meccanismo dell’aterosclerosi.
Ci sono delle evidenze anche sul fatto che la soia aiuti l’elasticità dei vasi sanguigni. La maggior parte delle evidenze, però, sono legate alla prevenzione dei tumori, soprattutto quelli legati agli ormoni (come quelli al seno, alla prostata, alle ovaie e all’utero). Gli studi sono iniziati osservando le popolazioni orientali dove c’è un’incidenza minore di alcune tipologie di tumore ma un regolare consumo di soia: non si tratta solo di genetica (che potrebbe influire in termini di una miglior capacità individuale di utilizzo e attivazione dei fitoestrogeni) ma anche di fattori legati all’alimentazione.

Tema della soia OGM: dobbiamo stare attenti alla soia modificata?

Non ci sono evidenze, anche in questo caso, che dimostrino che una soia modificata geneticamente possa creare problemi di salute. Spieghiamo: la soia modificata lo è per resistere a determinati prodotti chimici, alcuni diserbanti, che servono solo ad aumentare la resa dei raccolti, serve quindi una soia resistente.
In Italia c’è il divieto di coltivare organismi vegetali OGM ma non abbiamo il divieto di importarli e sappiamo anche che non c’è divieto di dare agli animali mangimi composti da cereali e farine di legumi esteri dove questo divieto non esiste;
l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) rassicura sull’utilizzo dei prodotti OGM per gli allevamenti animali, dobbiamo superare un po’ l’atteggiamento di facciata che vuole l’Italia OGM free quando in realtà attraverso latte e carne o prodotti vegetali industriali potenzialmente assumiamo in maniera indiretta OGM di frequente. E’ importante leggere le etichette, ma per esempio su una cotoletta di soia più che la scritta OGM free ritengo sia importante che non compaiano elevati grassi saturi, zuccheri conservanti e aromi artificiali.

Vale per tutto la legge del buon senso. Una dieta bilanciata varia e completa, ricca di vegetali, che favorisce pesce (per chi non è vegano, ndr) e legumi come fonti proteiche, limita i grassi saturi e trans, gli zuccheri semplici e il sale sarà sempre il modo migliore per fare prevenzione a tavola.

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