Corea, sentenza storica: adesso è illegale uccidere cani per la loro carne
Una sentenza dello scorso aprile crea un precedente importante nell’unico paese in cui sia considerato legale allevare cani per poi mangiarli: da adesso si tratterà di “un’uccisione senza motivo”.
Buone notizie dalla Corea sul fronte dei diritti animali: come riportato da National Geographic, un giudice sudcoreano ha infatti stabilito nell’aprile scorso che è illegale uccidere i cani per ottenerne carne come prodotto alimentare. Una sentenza importante, la prima di questo genere, che arriva nell’unico paese al mondo in cui sia considerato ancora legale l’allevamento di cani destinati all’alimentazione umana. Sono circa 17 mila, infatti, gli allevamenti di cani “da macello” sul territorio. Pensiamo solo che secondo l’Animal Welfare Institute di Washington, nella Corea del Sud vengono uccisi ogni anno circa 2 milioni di cani a questo scopo.
Il decreto del giudice si è pronunciato a favore di CARE, associazione per la tutela dei diritti animali che aveva sporto denuncia contro un allevamento a Bucheon, nel sud del paese, accusato di “uccidere gli animali senza un vero motivo“. Il proprietario della struttura – nella quale sono stati riscontrati anche problemi di ordine igienico-sanitario – è stato condannato al pagamento di una multa, stabilendo inoltre che gli scopi alimentari non possono essere considerati un motivo valido per l’uccisione di questi animali.
La sentenza: un precedente legale importante
L’importanza di questa sentenza non va ricercata tanto nel provvedimento in sé – dal momento che si limita a vietare l’uccisione dei cani per ottenerne carne, ma non a mangiarli – quanto piuttosto nella possibilità di creare un precedente fondamentale: sarà questa la sentenza a cui le associazioni animaliste potranno appellarsi in futuro per cercare di debellare questa pratica anacronistica dal paese.
“È molto significativo questo verdetto perché è la prima volta che la corte stabilisce che uccidere i cani per la loro carne è di per sé illegale”, ha dichiarato al Guardian Kim Kyung-eun, uno dei legali di CARE. Certo, la sentenza non è stata accolta favorevolmente da chi, in Corea, ha fatto dell’allevamento di cani “da macello” il proprio mestiere: secondo il Daily Mail, infatti, gli allevatori starebbero facendo pressione perché il governo faccia marcia indietro, legalizzando ufficialmente il consumo di carne di cane. Il ragionamento dietro a questa richiesta, a ben vedere, non è poi così incoerente: “Mucche, maiali, polli e anatre vengono tutti allevati per essere consumati – ha sostenuto Cho Hwan-ro, il rappresentante di una delle associazioni degli allevamenti di cani alla televisione locale – Perché i cani no?”
Non c’è infatti alcuna distinzione, a livello morale, tra il consumo di carne di cane e quella di qualsiasi altro animale: quello che cambia è la nostra percezione, frutto della nostra cultura e del tempo in cui viviamo come spiega la psicologa americana Melanie Joy nel suo libro Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche: esiste un meccanismo psicologico, definito “carnismo“, che ci spinge a considerare “commestibile” una specie animale a discapito di un’altra.