“Incredible burger” di Nestlé: è arrivato in Italia e lo abbiamo provato

Il burger 100% vegetale ma che ricorda molto la carne creato dalla multinazionale svizzera come risposta ai colossi americani, è arrivato nella grande distribuzione del nostro paese.

Incredible burger garden gourmet

L’annuncio arrivò all’inizio dell’anno: la multinazionale svizzera Nestlè, avrebbe prodotto il suo primo burger 100% vegetale e lo avrebbe fatto sulla scia dei prodotti americani Beyond Meat e Impossible burger, creando l'”Incredible burger“. Naming poco originale ma furbissimo: in Italia e nella grande distribuzione è arrivato prima degli altri due che stanno puntando prima ai ristoranti.

Dove si compra e prezzo

Da poche settimane, infatti, sui banchi frigo dei supermercati (noi lo abbiamo trovato da Esselunga) nella sezione dedicata al “veg”, campeggia la confezione verdissima del burger vegano che imita la carne, made in Nestlè. Ad un prezzo di 4,99€  potete portare a casa due medaglioni da 100 grammi ca. di “finta carne” che forniscono inorno alle 200 calorie ciascuno.

incredible burger ingredienti

Di cosa è fatto l'”Incredible burger”: gli ingredienti

Direttamente dalla confezione, ve li elenchiamo qui:

  • Acqua
  • Proteine della soia concentrate
  • oli vegetali (cocco e colza)
  • glutine di frumento
  • stabilizzante metilcellulosa
  • aceto di alcool
  • aromi naturali
  • aglio in polvere
  • concentrato di vegetali (barbabietola, carota, peperoni)
  • sale
  • estratto di malto d’orzo
  • pepe nero
  • concentrato di spirulina

Il prodotto si presenta con un aspetto decisamente vicino a quello della carne macinata; colore, odore e consistenza da crudi ricordano vagamente la salamella: fibre molto morbide e speziate. La cosa particolare è che sul fondo della confezione si vede il succo degli ortaggi usati come coloranti e quindi l’impressione che il prodotto “sanguini” c’è, anche se è molto chiaro che si tratti di acqua e a noi non ha fatto impressione.

Cottura, come si cucina e la resa

Come si comporta durante la cottura? A causa della presenza di una alta dose di grassi, il burger, che va cotto in padella, crea la tipica “crosticina” della reazione di Maillard (una serie complessa di fenomeni che avviene a seguito dell’interazione di zuccheri e proteine durante la cottura). L’odore emanato è forte, ma per noi, forse, l’impressione è dipesa dal fatto di essere ormai da molti anni disabituati a quel tipo di sentore.

La resa è interessante perché il burger rimane molto morbido e, come vedete dalle foto, la fibra interna ricorda moltissimo quella della carne macinata, anche come resistenza al morso. Il sapore è intenso ma meno di quello di Beyond Meat (che abbiamo assaggiato a Londra qualche mese fa e riprovato a Milano in uno dei ristoranti che lo servono, AvoBrothers) e ricorda, anche da cotto, quello della salamella. Abbinato al pane e alla verdura il sapore si stempera e diventa meno invasivo.

La confezione dei burger targati “Garden Gourmet”

Sapore del burger e per chi è pensato

In sintesi la resa è decisamente simile a quella della carne, ma si tratta di un sapore che deve piacere e che, se si è vegani o vegetariani, deve in qualche modo “mancare”, altrimenti non se ne sente la necessità. Insomma, se già prima della vostra scelta non amavate il sapore della carne, questo prodotto non fa per voi. Tuttavia se l’obiettivo di aziende come Nestlè, Beyond Meat e Impossible Foods è quello di “confondere” il consumatore di carne proponendo un’alternativa vegetale e il cui sapore non faccia rimpiangere quello del classico burger, allora ci siamo. Con molta probabilità se consumato in un panino e senza che ne vegna indicata la tipologia, in pochi riuscirebbero a capire che si tratta di un prodotto completamente vegetale.

L’abbiamo digerito?

Detto questo, per alcuni di noi in redazione la digestione del prodotto è risultata un po’ complicata ma con molta probabilità si tratta di una conseguenza della forte presenza di grassi (olio di cocco in testa) presenti anche in Beyond Meat e che sono la strada individuata per ricreare il tono “grasso” del prodotto animale. L’olio di cocco, però,  come ha spiegato la dottoressa Silvia Goggi al nostro giornale “è una delle rare fonti vegetali di grassi saturi, quelli presenti in modo preponderante nei prodotti animali, per capirci. Il consumo di questo olio aumenta il colesterolo LDL – quello “cattivo” – ponendosi così come fattore di rischio cardiovascolare. Siamo di fronte quindi a un vegetale che possiamo definire “anomalo” e di cui, per questi motivi, è consigliabile evitare del tutto il consumo”.

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