Consumo di carne: picco nel 2025 ma poi largo alle proteine vegetali

La più grande azienda di consulenza manageriale del mondo, la BCG, ha pubblicato un report dettagliato nel quale analizza gli scenari futuri relativi al consumo delle proteine vegetali.

Le previsioni economiche ci sono, le premesse anche, le motivazioni per fare sì che il passaggio dalla proteine animali a quelle vegetali diventi una realtà, sono solidissime. Il nuovo report della Boston Consulting Group, mostra uno scenario che si basa su dati incrociati e sulla valutazione fatta da più di 40 esperti dei vari settori coinvolti.

Il picco dei consumi di carne animale

Secondo queste analisi, nel 2020 sono state consumate a livello globale, 574 milioni di tonnellate di prodotti di origine animale fra carne, pesce, uova e latticini, che corrispondono circa a 75 chili di prodotti all’anno a testa.
I dati dello stesso anno relativi al mercato delle proteine di origine vegetale è altrettanto interessante, anche se, chiaramente, molto più basso. Secondo le analisi della BCG, infatti, lo scorso anno, nel mondo, sono state consumate 13 milioni di tonnellate di questi prodotti che rappresentano il 2% del mercato globale delle proteine mondiale.

Second il report il picco del consumo di carne in Europa e in America arriverà nel 2025 e da lì si assisterà ad una lenta discesa dei consumi globali che si sposteranno verso il mondo vegetale: ma perché?

Gli allevamenti sono la seconda causa antropica di emissione di gas serra.

I punti a favore del mercato della “carne” vegetale

Gli esperti interpellati hanno spiegato che il progressivo aumentare del consumo delle proteine di origine vegetale a scapito di quelle animali sarà trainato da alcuni fattori decisivi. Il primo sarà lo sviluppo di tecnologie sempre più performanti che permetteranno produzioni di larga scala anche di prodotti vegetali proteici tratta da batteri e funghi (mercato sul quale c’è già un certo fermento degli investitori) ma anche della cosiddetta “clean meat” ossia la carne creata in laboratorio senza uccidere nessun animale (una sperimentazione che è partita anche in Italia e della quale abbiamo parlato nel numero di Marzo del nostro mensile Vegolosi MAG con un’intervista ai ricercatori)

Questi aspetti porteranno maggiori investimenti e con essi si vedranno progressi anche altri due punti fondamentali per la crescita del mercato proteico veg: l’innalzamento della qualità dei prodotti in termini di sapore e texture finale, in grado di garantire una sempre maggiore soddisfazione per il cliente, e il prezzo più basso, elemento che, secondo il report, sarà decisivo.

La “guerra” delle associazioni di categoria contro i prodotti alternativi alla carne è iniziata molti anni fa. Uno degli attacchi più frequenti, portati spesso fino ai palazzi politici, è relativo ai nomi da dare a questi prodotti vegetali

La previsione è che nel 2035, il consumo delle proteine vegetali arriverà a 97 milioni di tonnellate l’anno a livello globale, con un giro di affari di circa 290 miliardi di dollari, rappresentando così il 22% del mercato, secondo le stime più ottimistiche e se lo sviluppo tecnologico sarà realmente sostenuto economicamente dai giusti finanziamenti e da piani governativi lungimiranti.

Questa avanzata delle proteine di origine vegetale farà in modo che “1 miliardo di tonnellate di emissioni di anidride carbonica venga evitato, che una superficie agricola equivalente a quella del Regno Unito verrà liberata del bestiame e saranno allevati 50 miliardi di polli in meno”. Come sempre, però, la prima molla, sarà quella della richiesta da parte dei consumatori.

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