Il concerto “vegano” dei Massive Attack non è andato benissimo
Il duo britannico musicale Massive Attack ha una storia musicale lunga alle spalle: nati nel 1987, quest’anno hanno “scoperto” che i concerti (come tutti i grandi eventi) inquinano e impattano parecchio in termini di emissioni di gas climalteranti. Lo scorso 25 agosto a Bristol si è svolta la prima – e al momento unica tappa – di un nuovo tipo di show musicale che il duo trip hop ha chiamato “Act 1.5, Climate Action Accellerator”, uno show con 35mila spettatori ma che ha puntato a basse emissioni.
Il nome dell’evento fa riferimento alla soglia dell’innalzamento delle temperature da non superare a livello mondiale, e i Massive Attack hanno puntato su tre punti principali per rendere il loro show un modello per il futuro: distribuzione solo di cibo vegano durante l’evento (lo fece anche il cantate degli The Smith, Morrissey), bagni non chimici ma con sistema compost, generazione di elettricità con sistemi rinnovabili, trasporti del pubblico con navette elettriche, mezzi pubblici o biciclette (infatti nell’area concerto non era previsto un parcheggio). “Siamo perfettamente consapevoli dell’impatto climatico che abbiamo generato in passato, per questo ora stiamo agendo così” hanno dichiarato alla stampa.
Visualizza questo post su Instagram
Il progetto è interessante ed ha avuto il merito di attirare molta attenzione da parte dei media sul tema della gestione dei grandi eventi dal punto di vista del loro impatto sul clima e sui luoghi che li ospitano, educando anche i fan a scelte diverse. Ma come tutte le iniziative pionieristiche qualche guaio c’è stato. Gli stessi musicisti hanno dichiarato in un comunicato stampa sul loro profilo Instagram che l’organizzazione non è stata delle migliori e i commenti dei fan sono stati praticamente unanimi: grande concerto ma code di quasi due ore per mangiare e per i bagni. Certo, è vero che un concerto non è un festival di food, ma moltissimi ammiratori del duo britannico hanno fatto notare che era proibito portare cibo all’interno del concerto e che l’apertura dei cancelli alle 18 impediva a molti di poter mangiare qualcosa prima.
“Abbiamo ascoltato e valutato tutti i consigli e le critiche – hanno scritto Robert Del Naja e Grant Marshal – e ne faremo tesoro, ci scusiamo e faremo certamente meglio la prossima volta”. La prossima fase del “Act 1.5” verrà annunciata a Settembre. Insomma una sorta di prova generale che ha voluto lanciare un messaggio a tutti, amanti delle musica e organizzatori: fare spettacoli dal vivo in modo meno impattante è possibile. Basta organizzare un po’ meglio.