Il camion giocattolo che porta i maiali al macello
Lo scatto condiviso su Twitter diventa subito oggetto di una petizione: “Wallmart, togli quel giocattolo dai tuoi scaffali”. Un camion giocattolo, come se ne vedono molti sugli scaffali di negozi per bambini, ma non uguale agli altri: questo riproduce fedelmente il mezzo di trasporto che serve a condurre gli animali, i maiali per la precisione, ai macelli.
Secondo la petizione, partita immediatamente su Change.org, il problema è la “normalizzazione” del concetto di uccisione degli animali. Molti i commenti che invitano a riflettere sul fatto che quel giocattolo non ha nessun significato particolare: “Molti camion come quelli trasportano il bestiame da una fattoria ad un’altra, non per forza ai macelli, crescete! E’ solo un giocattolo” si legge. Altri invece sostengono con forza la tesi che il gioco per bambini sia decisamente fuori luogo: “Non sosteniamo la desensibilizzazione dei bambini, è terribile”. Un gioco, un simbolo, o solo un semplice segnale del fatto che non sempre chi disegna giocatoli pensa a che messaggi trasmette? Di fatto, la violenza verso gli animali da “reddito” non è la prima volta che viene utilizzata come base per un gioco. Tempo fa avevamo parlato del pesce da sezionare , giocattolo che insegnava ai più piccoli l’arte del sushi. Ma ci sono giocattoli che insegnano anche la cruda realtà come quello pensato da Cwif, che mostra cosa succede agli animali e ai loro spazi all’interno di un allevamento intensivo.
Ci sono moltissimi saggi che trattano questo argomento ma fra tutti ricordiamo la posizione di Melanie Joy che sostiene apertamente che il “carnismo” sia di fatto una questione culturale legata all’idea di scollegare completamente la figura degli animali da quella della carne che abbiamo nel piatto. Con lei abbiamo lo psicanalista Jeffrey Masson che sostiene che fin dalla più tenera età ai bambini viene insegnato che mangiare carne faccia parte della ritualità sociale necessaria per essere forti e sani, ed infine la posizione della psicologa Annamaria Manzoni, che sostiene il collegamento pre-culturale fra animali e bambini che viene spesso mortificato dall’educazione data dai genitori. Insomma, pare che i giocattoli vadano ad inserirsi all’interno di una “corrente” ben avviata e che andrebbe interrotta con la cultura dell’empatia e della compassione.