2016 è l’anno vegan: ecco perché
I trend dei consumi, le abitudini sociali e quello che accade nel mondo scientifico, politico e dello star system: anno bisesto? Si, ma vegan
Il 2016 sarà l’anno del vegan. Mettendo in fila uno dietro all’altro una serie di segnali che arrivano dal mondo dei consumi, del costume e della politica, pare davvero che i prossimi mesi saranno determinanti per lo stile di vita e di alimentazione vegetariano e vegano. Se ne è accorta la Peta, che ha lanciato sui social l’hashtag #TheYearOfVegan. L’associazione internazionale che si occupa di diritti degli animali ha analizzato alcuni fenomeni particolarmente rilevanti che hanno interessato la società americana negli ultimi mesi. A ben vedere, però, si tratta di evidenze riscontrabili facilmente anche in Italia e in Europa. Ecco allora perché anche per gli italiani il 2016 si appresta a diventare #TheYearOfVegan.
- È il luogo dal quale più di ogni altro emergono trend e abitudini della popolazione, almeno di quella che usa costantemente internet. Da quello che le persone cercano in rete, soprattutto su Google, oggi si può capire molto dei loro interessi. Proprio analizzando sul motore di ricerca i dati e la frequenza con la quale vengono ricercati i termini “vegan” e “vegano” in Italia, emerge come il dato sia cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi tre anni, interessando soprattutto Lombardia ed Emilia Romagna. Tra le chiavi di ricerca principali ci sono “ricette vegan” e “ristorante vegano”.
- Negli ultimi mesi molte istituzioni scientifiche hanno preso posizione in maniera netta su quelli che sono effetti e rischi legati al consumo di alimenti di origine animale. A ottobre 2015 è arrivato il pronunciamento dell’Oms, che ha inserito le carni rosse lavorate tra i fattori di rischi per il cancro, seguito in Italia dalle indicazione del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare. L’organismo italiano, su richiesta del Ministero della Salute, ha confermato quanto già espresso dall’Oms consigliando di seguire un regime alimentare vario, ispirato al modello mediterraneo, ed evitando l’eccessivo consumo di carne rossa, sia fresca che trasformata. È passato un po’ in sordina, ma a fine 2015 un altro documento ufficiale pubblicato dal Ministero della Salute ha di fatto sdoganato l’alimentazione vegetariana e vegana certificandone in chiave scientifica la bontà per la salute.
- Anche la grande distribuzione sembra essersi accorta dei consumatori vegetariani e vegani. Negli ultimi due anni tutte i principali brand della gdo italiano hanno immesso sul mercato linee e prodotti alimentari dedicati alla clientela vegan stimolando in questo modo la domanda. Il fenomeno è in realtà molto più ampio e interessa da vicino anche altri settori merceologi. Si moltiplicano le cantine che decidono di produrre vino vegan (anche la Guinness ha deciso di muoversi in questa direzione) e le case di moda che realizzano intere collezioni cruelty free. Anche il comparto dei viaggi si sta attrezzando con l’offerta di pacchetti vacanza, soluzioni di viaggio e menu dedicati. Infine, la ristorazione, con l’incremento di offerta di ristoranti vegetariani e vegani in tutta Italia, ma anche con una maggior attenzione da parte dei ristoratori tradizionali alla clientela che non mangia alimenti di origine animale.
- Seppur molto timidamente, anche la politica inizia a guardare al mondo vegan. Anche se a fine 2015 è stata persa l’occasione di portare l’attenzione dei grandi del mondo sul tema dell’impatto ambientale legato agli allevamento intensivi in occasione della conferenza internazionale sul clima Cop21, qualcosa sembra muoversi. È successo qualche mese fa a Bruxelles, dove è stata presentata al Parlamento Europeo un’interrogazione per chiedere alla Commissione Europea un piano per la riduzione del consumo di carne entro il 2030. Intanto, a livello locale aumentano le amministrazioni comunali che decidono di inserire l’opzione vegetariana nei menu delle scuole.
- La notorietà al servizio della causa. È sempre più lungo l’elenco dei star del cinema, della musica, della televisione e dello sport che decidono di prestare il loro volto a campagne a favore dell’alimentazione vegetariana e vegana e contro le pratiche di sfruttamento degli animali. Dal cantante Moby, vegano da quasi 30 anni, che ha recentemente aperto un ristorante a Los Angeles, passando per Pamela Anderson, Michelle Pfeiffer, Jared Leto, Morrisey fino ad arrivare a Leonardo Di Caprio. Recentemente l’attore ha scelto il palco più importante, quello della consegna dei Premi Oscar, per lanciare il suo messaggio a favore della salvaguardia del pianeta e dell’ambiente. Vegetariano da anni, grazie al suo impegno lo scorso anno è arrivato al grande pubblico il documentario “Cowspiracy”, che denuncia il sistema degli allevamenti intensivi. Tra i vip italiani che hanno fatto la scelta vegan e ne parlano volentieri ci sono nomi di tutto rispetto quali quelli di Tullio Solenghi, Enrico Montesano, Red Canzian, Paolo Kessisoglu, Giulia Innocenzi e il rugbista Mirco Bergamasco.
Silvia De Bernardin