“I danni della crisi climatica si vedono dallo spazio”: Luca Parmitano in diretta dallo spazio
L’astronauta in orbita per la missione “Beyond” per i prossimi 200 giorni, racconta il cambiamento climatico così come lo si vede, evidente, anche dallo spazio.
“Nelle foto dallo spazio mie e dei miei colleghi negli ultimi 6 anni, ho visto i deserti avanzare e i ghiacci squagliarsi, la crisi climatica è il nemico numero uno”. Luca Parmitano, astronauta italiano al momento in orbita sulla Stazione spaziale internazionale con la missione “Beyond”, si è collegato in diretta con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano.
Parmitano, molto seguito anche sui social, ha rimarcato la necessità di dover agire nell’immediato per i danni che il pianeta sta subendo, danni che, va ricordato, non saranno letali per il pianeta in sé, bensì per la biodoversità così come la conosciamo, per le specie che lo occupano compreso l’uomo. L’astronauta non ha usato mezzi termini: “Spero che la nostra visione, i nostri dati scientifici, possano spingere chi ci guida, i governi, a fare tutto il possibile, non solo “qualcosa”. Dobbiamo fare tutto quello che è in nostro potere per bloccare questo mutamento.”
Anche dallo spazio, quindi, è facile capire che cosa sta succedendo ormai da più di 40 anni alla Terra e se, come ha spiegato il climatologo Luca Mercalli: “Ormai di tempo non ne abbiamo più, dato che siamo dentro al problema”, quello a cui si dovrebbe puntare con forza è un contenimento dei danni che si traduce nel rimanere nella soglia di aumento della temperatura di 2 gradi e non 5. Una forbice che sembra piccolissima ma che farà la differenza fra il mondo come lo conosciamo e la catastrofe climatica con innalzamento degli oceani, migrazioni climatiche sempre più imponenti e danni irreversibili al sistema biologico che ci tiene in vita.
E se anche la visione dall’alto (e che “alto”) conferma quello che dovremmo già sapere, continuano i “negazionismi” soprattutto da parte di chi tiene le redini di decisioni fondamentali mentre i cittadini cercano di fare il proprio. Le singole azioni però, lo ricorda sempre Mercalli, sono fondamentali poiché “la situazione attuale è dovuta al comportamento e agli stili di vita errati di 7, 5 miliardi di persone“. Non è possibile, quindi girare la testa dall’altra parte e credere che sia solo il sistema a dover cambiare, dato che noi stessi ne facciamo parte.