Gent: alberi di Natale da mangiare piuttosto che da buttare, ma scoppia la polemica

Una campagna del comune belga ha fatto il giro del mondo per il suo approccio un po’ “leggero”

Il Comune della cittadina belga di Gent, situata nella regione delle Fiandre Orientali, ha esagerato. Se è vero che da anni si è distinta per essere in Europa una delle mete più vegan con ristoranti, fiere e mercati sempre più orientati verso il 100% vegetale, l’idea di mangiare gli aghi di pino dell’abete natalizio per evitare di “buttarlo via” ha creato un po’ di problemi di comunicazione.

Il comune della città, infatti, ha recentemente lanciato una campagna invitando i cittadini a riutilizzare gli alberi di Natale in cucina, suggerendo l’uso degli aghi di abete o pino per preparare burro o salse. Tuttavia, l’iniziativa ha suscitato polemiche e ha attirato l’attenzione dei media internazionali tanto che l’Agenzia Federale per la Sicurezza Alimentare belga (FAVV) ha avvertito che gli alberi di Natale coltivati in Belgio sono spesso trattati con pesticidi non destinati al consumo umano, rendendo rischioso l’utilizzo culinario degli aghi.

In risposta alle critiche, il Comune di Gent ha modificato la campagna, sottolineando che l’uso culinario degli aghi è una pratica comune in Scandinavia, ma aggiungendo un avvertimento sui potenziali rischi legati ai pesticidi presenti negli alberi locali.

In realtà anche in Italia esistono ricette con alcuni aghi di pino, come il risotto agli aghi di pino Mugo, oppure gli aghi di Cirmolo (stupendo anche come olio essenziale per il relax) per arricchire il sapore della polenta oppure gli aghi di pino marittimo per le ricette con il pesce.

Va ricordato che, in generale, un albero vero, se smaltito correttamente, ha un’impronta di carbonio più bassa rispetto a un albero finto utilizzato per meno di 10 anni. Tuttavia, la scelta più sostenibile dipende dall’attenzione all’acquisto che poniamo su diversi parametri come: origine dell’albero, durata in vita della pianta e smaltimento della pianta una volta che cesserà di vivere.

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