Gas di scarico testati sulle scimmie: tre aziende tedesche sotto accusa
Bmw, Daimler e Volkswagen nel mirino: scimmie costrette a inalare gas di scarico per dimostrarne la non-tossicità sull’uomo
Ancora una volta animali innocenti vittime delle aberrazioni umane: tre grandi aziende automobilistiche tedesche del calibro di BMW, Daimler e Volkswagen sono infatti sotto accusa per aver finanziato test sulla tossicità dei gas di scarico delle proprie auto su un gruppo di scimmie.
Come riportato dal New York Times, i test sarebbero stati compiuti nel 2014 – ma finora tenuti nascosti – ad Albuquerque (negli Stati Uniti), sottoponendo dieci scimmie all’inalazione forzata di gas di scarico di un vecchio Maggiolino Volkswagen per quattro ore, mentre venivano proiettati cartoni animati per distrarle e tranquillizzarle. Il motivo è semplice: dopo l’allarme lanciato nel 2012 dallo IARC – agenzia internazionale per la ricerca contro il cancro dell’OMS – secondo il quale i gas di scarico delle automobili sarebbero cancerogeni per l’uomo, le case automobilistiche coinvolte volevano correre ai ripari e dimostrare il contrario.
A quanto pare, però, questa sarebbe solo la punta dell’iceberg: sempre secondo il NY Times, che ha condotto l’inchiesta, il polverone sollevatosi in questo momento fa parte dello scandalo globale più ampio sulle “emissioni truccate” delle automobili, che tempo fa aveva già costretto Volkswagen a pagare oltre 26 miliardi di dollari di multe.
Test sulle scimmie: le scuse di Volkswagen
Secondo l’inchiesta, tutte le scimmie coinvolte nell’esperimento sarebbero sopravvissute, ma non è chiaro quali siano le loro condizioni di salute attuali. “Le scimmie sono animali che hanno bisogno di muoversi molto – ha spiegato Klaus Kronaus , il numero uno della più importante associazione tedesca contro gli esperimenti sugli animali – e già tenerle ferme per 4 ore corrisponde a una tortura. Il gas di scarico, poi, ha messo a rischio la loro salute”. Quanto alle aziende coinvolte, sia Bmw che Daimler hanno preso le distanze dallo studio condotto, definendo gli esperimenti sugli animali “superflui e ripugnanti”. A seguito delle proteste, anche Volkswagen ha detto la sua condannando qualsiasi forma di tortura sugli animali. “Siamo convinti che il metodo scientifico scelto in quella circostanza fosse sbagliato” – ha affermato il colosso dell’auto – e ci scusiamo per l’errore e per le sbagliate valutazioni commesse da alcuni”.
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