Gary Yourofsky, storia del controverso attivista vegan
Arrestato 13 volte, bannato da cinque Stati e autore di saggi estremi, ha detto basta all’attivismo diretto nel 2014.
E’ uno degli attivisti per la liberazione animale più noti e controversi di sempre, ha ispirato milioni di persone e ricevuto condanne e critiche anche dallo stesso mondo di cui si fa portavoce: lui è Gary Yourofsky.
La vita
Gary, nato e cresciuto a Oak Park, un sobborgo di Detroit, si laurea nel 1998 alla Oakland University in Giornalismo. Diventato vegetariano nel ’95 e vegano l’anno successivo dopo aver partecipato a una conferenza sui diritti animali, fonda sempre nel ’96 un gruppo di attivisti chiamato ADAPTT (Animal Deserve Absolute Protection Today and Tomorrow).
Un personaggio controverso
Il 30 marzo del 1997, assieme ad altri 4 membri dell’Animal Liberation Front (ALF) fa incursione in un allevamento di pellicce a Blenheim, in Ontario (Canada), e libera 1542 visoni: viene arrestato, processato e condannato a sei mesi in un carcere di massima sicurezza in Canada (ma sconterà ‘solamente’ 77 giorni). Tra il 1997 e il 2003 viene arrestato 13 volte e bandito da cinque Stati (Canada, Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Galles). Nel 2000 viene finanziato dalla PETA per diffondere una campagna contro il circo, ma non basta: i problemi economici lo costringono a dimettersi dalla carica di presidente di ADAPTT. Il 20 maggio 2002 però, dopo varie negoziazioni con la presidentessa PETA Ingrid Newkirk, Gary può festeggiare un nuovo lavoro: conferenziere nazionale dell’organizzazione.
Le dichiarazioni shock
“Ogni donna vestita con una pelliccia dovrebbe sopportare uno stupro così crudele da lasciarle cicatrici permanenti, mentre ogni uomo coinvolto nel commercio di pellicce dovrebbe subire uno stupro anale così orribile da sventrarlo”.
E’ solo uno dei passaggi di What’s wrong with violence, saggio pubblicato nel lontano ’97 e poi rivisto – senza però modificare gli estratti più forti – nel 2005, 2008 e 2013.
Il discorso che lo ha reso leggenda
Il video in apertura dell’articolo è tratto dal discorso su diritti animali e veganismo tenuto da Yourofsky ad Atlanta, presso il Georgia Institute of Technology, nell’estate del 2010: su Youtube è subito apparso con il titolo di “Best speech you will ever hear” (Il miglior discorso che potrai mai ascoltare), ha guadagnato milioni di visualizzazioni, è stato tradotto in 37 lingue e negli anni è diventato il simbolo della sua opera divulgativa.
La vicenda: 6 ottobre 2012
Atteso in Italia per un tour di conferenze a partire dal 6 ottobre 2012 Yourofsky, a Faenza – dopo soli dieci minuti di discorso – si blocca, sbotta (“No, non posso farlo. E’ troppo strano”) e se ne va: inutili i tentativi di riportarlo sul palco. Tornato in America dopo aver annullato tutte le date del tour italiano e sloveno, in molti hanno cercato di capire cosa potesse essere successo: nulla di certo, ma pare che a infastidirlo fossero stati gli intervalli tra le sue parole e la traduzione istantanea per il pubblico.
Gary Yourofsky oggi
Oggi Gary Yourofsky si limita a curare con dovizia i suoi profili social. Qualche giorno fa, in risposta a un commento di un fan che lo invitava nel suo Paese per un incontro, l’ex attivista ha infatti confermato: “Dopo 2660 conferenze con 60.000 persone presenti e 186 scuole interessate, senza contare le interviste, i 13 arresti e il divieto di ingresso in 5 Paesi, mi sono ritirato dall’attivismo nel 2014. Ma ancora oggi, dopo due anni, spendo dalle 6 alle 10 ore al giorno a rispondere alle domande che mi vengono poste online da persone provenienti da tutto il mondo”.
Le domande che pone
Non è facile limitarsi alla sola biografia e alle (numerose) peripezie che lo hanno interessato. E forse non è neanche giusto. C’è chi dice che il mondo di Gary non conosca sfumature, complessità, esitazioni, e che sia troppo facile e rassicurante dividere il mondo in buoni e cattivi. Si potrebbe dire che, viste le sopracitate affermazioni da lui sempre rivendicate, Yourofsky sia figlio della medesima cultura da cui vorrebbe prendere le distanze: la cultura della violenza e della sua legittimazione. Per Raskolnikov, il protagonista di Delitto e Castigo, nemmeno la vecchia usuraia che si accinge a far fuori merita di vivere, anzi: è convinto che uccidendola renderebbe un servizio utile alla comunità. Il romanzo, caposaldo della letteratura russa e mondiale del 1866, sciorina in centinaia di pagine una teorizzazione imprescindibile sul diritto di uccidere o meno un altro uomo. Questo per dire che ci sono tantissimi antispecisti, che lottano quotidianamente affinché la normalizzazione della violenza perpetrata ai danni degli animali venga un giorno delegittimata, che non si riconoscono nelle parole dell’ex attivista. Un ex attivista che ha però ispirato, incantato e spinto con la sola forza della parola milioni di persone a seguire un’alimentazione vegetariana o vegana: non un filosofo, forse un predicatore, per altri ancora un furbastro che non ha mai avuto voglia di lavorare. Come recita all’inizio del video che lo ha reso celebre, “Mi amerete o mi odierete“. Un destino a cui Gary Yourofsky sembra essere condannato.
Questa è un’interessante intervista tradotta in italiano per fare il punto sul suo pensiero:
Yuri Benaglio