Microplastica nel sale da cucina: la ricerca pubblicata su Nature
L’università della Malesia, fra le più importanti nell’ambito di ricerca sulle scienze agricole, ha mostrato una nuova frontiera dell’inquinamento.
Orami orrendamente abituati ad immagini di pesci, uccelli e cetacei dallo stomaco stracolmo di pezzi di plastica o di animali feriti gravemente da pezzi di plastica, non avevamo ancora pensato che il più grave e silenzioso dei problemi di inquinamento attuale, la plastica negli oceani, potesse arrivare anche sulle nostre tavole in modo nuovo: attraverso il sale da cucina.
Una ricerca condotta dal dottor Ali Karami del laboratorio di tossicologia acquatica dell’università Putra in Malesia, riconosciuta come uno dei maggiori poli di ricerca nazionali e internazionali sulle scienze dell’agricoltura, ha portato all’attenzione mondiale grazie alla pubblicazione sulla rivista “Nature”, la presenza di frammenti di micro plastiche in 15 marche di sale sulle 17 esaminate provenienti da 8 paesi del mondo (il nostro paese non è fra quelli presi in esame). Le marche cinesi sono risultate le più contaminate.
I dati, secondo i ricercatori, per il momento non rappresentano un allarme per la salute pubblica poiché si stima che in un anno un soggetto attraverso il sale assuma “solo” circa 37 micro particelle. Lo studio fa notare però come a questa debbano essere aggiunte anche le particelle che derivano dal consumo di cozze e ostriche; perciò l’accumulo (e i relativi danni connessi) di questi micro frammenti nel corpo umano potrebbe essere più grave del previsto.
Come sottolinea lo studio
Per meglio comprendere i rischi legati alla salute causati dal consumo di sale contaminato da particelle di plastica, sarà necessario ampliare il protocollo di indagine per valutare la presenza di particelle ancora più piccole di quelle analizzate in questo frangente.
Ma come arrivano queste micro plastiche (come polietilene e polipropilene) in mare? Lo studio specifica che una delle fonti di maggiore inquinamento sono i lavaggi di capi di abbigliamento sintetici, le micro plastiche presenti nei prodotti per la pulizia e in quelli cosmetici (i famosi micro granuli di dentifrici e scrub di alcune creme, per esempio).