Farmaci umani equivalenti agli animali domestici: legge approvata ma attenzione al fai da te
Costi inferiori e tempi più brevi per il trattamento e la cura delle malattie di cani, gatti e altri animali.
Il 20 dicembre 2020 è stata approvata la Legge di Bilancio 2021, entrata in vigore con l’anno nuovo che include l’emendamento della deputata Patrizia Prestipino (PD) sul riconoscimento dell’uso del farmaco-equivalente da parte dei medici veterinari per la cura degli animali domestici qualora questo contenga lo stesso principio attivo del medicinale veterinario.
Cosa prevede la legge
La legge definisce i casi in cui “il veterinario può prescrivere per la cura degli animali – non destinati alla produzione di alimenti – un medicinale per uso umano a condizione che lo stesso abbia lo stesso principio attivo rispetto al medicinale veterinario previsto per il trattamento dell’affezione”. Si specifica che la prescrizione del farmaco-equivalente può essere limitata se l’AIFA, ossia l’Agenzia Italiana del Farmaco, decidesse di sospendere l’utilizzo del farmaco-equivalente “al fine di prevenire situazioni di carenze del medicinale per uso umano”. Ancora prima dell’approvazione dell’emendamento, i medici veterinari erano comunque autorizzati a prescrivere farmaci a uso umano per il trattamento degli animali, ma solo nel caso in cui il principio attivo necessario per la cura non fosse presente nei medicinali veterinari.
Con l’approvazione di questo emendamento alla legge di bilancio “è stato ottenuto un grande risultato che riconosce il diritto alla cura degli animali e farà risparmiare le loro famiglie, lo Stato nella spesa veterinaria per i canili e associazioni animaliste, favorendo le adozioni” specifica Ilaria Innocenzi, responsabile LAV per l’Area Animali Familiari.
Altro punto importante riguarda il costo, che “resta a carico dell’acquirente a prescindere dal regime di classificazione” del farmaco, in riferimento alla cosiddetta “classe di rimborsabilità”, ossia alla classificazione in tre fasce dei farmaci ad uso umano: farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono interamente rimborsabili (Fascia A), i farmaci di esclusivo uso ospedaliero (Fascia H) e infine i farmaci a totale carico del paziente (Fascia C). Per uso veterinario, i costi sono sempre a carico dell’acquirente, anche in caso di farmaci che per uso umano sono rimborsabili.
Costi inferiori e disponibilità dei farmaci
Il primo aspetto fondamentale e positivo di questa legge sono sicuramente i costi. I farmaci veterinari hanno un costo superiore rispetto a quelli ad uso umano, anche quando entrambi contengono lo stesso principio attivo. Il prezzo di un farmaco veterinario può essere anche di cinque volte maggiore rispetto a un farmaco a uso umano: l’iva dei farmaci veterinari è oggi al 10%, quella sulle prestazioni veterinarie e alimenti per animali al 22%.
Altro ancora più importante dal punto di vista pratico, è la disponibilità dei farmaci veterinari.
Quando un medico veterinario prescrive un farmaco che però non è presente né in farmacia, né in deposito, i tempi si allungano. Infatti, nel caso di farmaci particolarmente indicati in termini di urgenza, da iniziare in tempi brevi o nel caso di una terapia che deve essere portata avanti, se il farmaco veterinario non si trova, è un problema piuttosto grave. L’approvazione di questo emendamento all’interno della legge di bilancio è molto importante, dunque, sia per il lavoro dei medici veterinari, sia per una cura più tempestiva e sicura degli animali domestici.
Ma attenzione, mai terapie in casa fai da te
Da un anno e mezzo è stata introdotta la ricetta elettronica veterinaria al fine di aumentare il controllo sul dato reale dei farmaci prescritti, in particolare per monitorare l’antibiotico-resistenza, ossia una sempre maggiore resistenza dei batteri resistenti alle attività dei farmaci, che negli ultimi anni è aumentata notevolmente. Una delle cause indicate dall’Istituto Superiore della Sanità (ISS) è l’aumento e abuso dell’uso dei farmaci antibiotici.
Questa prassi non riguarda solo l’uomo, ma anche gli animali. Per tale ragione è bene sempre rivolgersi al medico veterinario prima di somministrare qualsiasi farmaco al proprio animale domestico. In questo caso sono due gli elementi critici: il principio attivo e la posologia, ossia il dosaggio in base al peso dell’animale. È infatti lo stesso “medico veterinario che in scienza e coscienza potrà prescrivere il farmaco umano e il relativo dosaggio” spiega la responsabile LAV Innocenzi.
Un veterinario sa quale dosaggio specifico somministrare: un farmaco adeguato a un cane di grande taglia, ad esempio, non è assolutamente adatto a un cane di piccola taglia. Dunque, anche nel caso di un principio attivo compatibile, non è detto che il dosaggio del farmaco ad uso umano sia adeguato al nostro animale domestico. Tutto dipende da molteplici variabili: patologia, malattia, specie di destinazione, peso, età. Ci sono principi attivi che, ad esempio, non posso essere utilizzati per la cura di un gatto, ma sono adeguati a un cane e, viceversa, altri principi dannosi per il cane, sono invece adatti al gatto. Per questo, è sempre fondamentale rivolgersi al medico veterinario, mai terapie fai da te, metterebbero in ulteriore pericolo la salute dell’animale.