Dal Cilento arriva la “carne di fiori”: una vera invenzione che racconta la natura
Emanuele Cavaiolo, agronomo e botanico di formazione, ha 30 anni e a Paestum ha inventato un prodotto tratto dai fiori dell’Albero di Giuda. Lo abbiamo intervistato
I fiori dell’Albero di Giuda nascondevano un segreto che solo un botanico e agronomo pieno di curiosità e intuito potevano scovare: possono diventare un impasto che, condito con alcune spezie e lavorato con un procedimento ben studiato, può diventare un insaccato vegetale dal gusto “impareggiabile”. La “Flormeat” è il marchio garantito da proprietà intellettuale che il trentenne Emanuele Cavaiolo, conosciuto online come “La capra selvatica“, ha da poco iniziato a presentare al mondo.
Al telefono Emanuele mi travolge con un grande entusiasmo ma altrettanta consapevolezza:”Questo prodotto non può prescindere da me e dal messaggio che manda – mi spiega – ossia che il mondo vegetale non ha nemmeno iniziato a svelarci quello che nasconde, le sue potenzialità. È una cosa che non dico solo io. Il professor Mancuso (Stefano Mancuso è un botanico e saggista italiano noto per aver spiegato il mondo complesso delle piante, ndr) lo dice da sempre: ‘Nelle piante noi troviamo tutto quello che ci serve‘. È verissimo è solo questione di avere gli strumenti per poterci guardare intorno, avere la curiosità ma anche la predisposizione mentale (oltre alle competenze) per trarre da esse, in un rapporto simbiotico, quello che vogliamo”.
Emanuele mi spiega un concetto interessante: “Il mio è un ambientalismo egoista e ti spiego cosa significa: noi possiamo fermarci in un territorio e custodirne la biodiversità, se lo conosciamo bene e se ha qualcosa da darci, e io cercavo questo dopo le lauree: cosa posso fare con quello che ho qui sotto il mio naso?”.
L’invenzione della “carne di fiori” nasce da un errore e dallo studio e al perfezionamento di anni, quasi 4, racconta Emanuele. “I fori di questa pianta che si trova anche qui a Paestum dove vivo io, sono edibili e questa pianta fa parte della famiglia delle leguminose. I suoi fiori sono aspri e con i piccoli boccioli che già raccoglievo: la mia intenzione era creare una preparazione simile ai capperi ma il risultato non mi aveva convinto. Così per non buttare il lavoro fatto l’ho frullato e da lì è nata l’idea della carne di fiori. La consistenza dei fiori di questa pianta è incredibile e, lavorata senza acqua ma solo con spezie e facendolo stagionare, il risultato è davvero interessante”. Il sapore, racconta l’inventore della Flormeat, “è molto umami e la consistenza è deliziosa” in più si tratta di una lavorazione senza glutine e senza colesterolo. Non ci sono ancora le indagini chimiche a livello nutrizionale ma secondo Cavaiolo la carne di fiori avrà anche tantissimi antiossidanti: “Basta vederne il colore”.
La ricetta è segreta ma nel futuro Emanuele non vede una vendita del prodotto in termini “industriali”: “Il mio scopo è quello che produrre artigianalmente alcuni pezzi, anche più di quelli che ci sono ora chiaramente ma questo prodotto non può prescindere dalla Capra Selvatica, da me. Chi segue le mie degustazioni, i miei corsi (Emanuele si occupa di foraging, ossia insegna alle persone a riconoscere le erbe e le piante selvatiche, ndr) potrà assaggiarlo. In più, ma lo dico proprio in anteprima a voi di Vegolosi.it, sto lavorando al mio “Tonno pigna gialla“: sarà una lavorazione particolare di un prodotto di scarto delle pigne del pino di Aleppo”. In più va anche detto che la fioritura di questo albero è davvero molto limitata, dura poche settimane e la raccolta a mano e la separazione dei fiori dal ramo è un’operazione complessa, difficilmente scalabile.
È ormai chiaro che si tratta solo di una questione di volontà “politica” ossia avere l’intenzione di fare ricerca su alternative possibili agli ingredienti animali che potrebbero essere davvero vicinissime a noi eppure inesplorate.