A cosa serve essere vegani? Matteo Cupi: “A raccontare il come”
Una nuova puntata del nostro speciale dedicato alle riflessioni su un tema complesso. Abbiamo con noi Matteo Cupi
Per la nuova puntata di questo speciale dedicato alle riflessioni sul tema del veganesimo, Vegolosi.it ha il piacere di ospitare Matteo Cupi, direttore di Animal Equality Italia. Ecco la sua riflessione realizzata per il nostro magazine online. Buona lettura.
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A cosa serve essere vegani? Bella domanda! Dipende da che punto di vista vogliamo vedere questo fenomeno, che ultimamente sta facendo discutere parecchio. Personalmente non amo etichettarmi come ‘vegan’, preferisco dire che seguo una dieta a base vegetale o semplicemente che non mangio carne. Evitando di utilizzare definizioni stigmatizzate ci mettiamo sullo stesso piano del nostro interlocutore senza peccare di superiorità. Chi è ‘vegan’ dovrebbe capire che è sempre meglio evitare discussioni controproducenti: non esiste strumento migliore dell’entusiasmo per influenzare positivamente le abitudini altrui, e dobbiamo sforzarci di trasmetterne il più possibile con le nostre parole e le nostre azioni.
Ogni volta che parliamo della questione animale, non dovremmo porci come obiettivo quello di vincere la discussione, ma quello di guidare l’interlocutore nel suo processo di apprendimento. Si dovrebbe sempre cominciare mostrando il ‘come’, ovvero spiegare quanto sia facile e gustoso mangiare a base vegetale senza doversi privare assolutamente di nulla. Solo dopo si dovrebbe spiegare anche il ‘perché’, ovvero le motivazioni etiche che si celano dietro questa scelta. Nel momento in cui un individuo vede la semplicità e l’inclusività del mangiare ‘vegan’, gli verrà molto più facile comprendere quanto accade all’interno di allevamenti e macelli sia immorale.
È quindi fondamentale bilanciare i nostri intenti, dando un’informazione più semplice e comprensibile ai tanti, concentrando l’attenzione su come si può cambiare, per poi rafforzare e confermare l’atteggiamento.
Per fare questo è necessario celebrare anche i piccoli cambiamenti delle persone: dalla riduzione di carne, al diventare vegetariani o anche solo essere curiosi di provare cibo a base vegetale. Nessuno ha mai corso una maratona senza alcun allenamento! Se vogliamo essere davvero efficaci, dobbiamo cominciare a vedere noi stessi come dei ‘coach del cambiamento’ piuttosto che come degli attivisti intransigenti. Ci sono passato anch’io, e posso assicurarvi che con la mentalità del “o tutto o niente” – purtroppo – non si ottiene nulla.
È cambiando le abitudini degli individui che si rafforzano le convinzioni, non viceversa, perciò ben venga il mercato alternativo: senza alternative valide, la gente non saprebbe cosa fare. Le persone comuni non vivono di filosofia e ideali, ma di cose molto più semplici di quello che pensiamo.
Invitare le persone a conoscere gli orrori degli allevamenti intensivi può, straordinariamente, aiutare a risolvere tanti problemi in una volta sola, come il cambiamento climatico, la fame nel mondo, la scarsità d’acqua, il rischio di pandemie e la sofferenza animale. Non sprechiamo questo potenziale!