Città del Messico: niente violenza o morte per i tori della corrida, un nuovo regolamento

Una via di mezzo per cercare di accontentare le due parti di un dibattito che da anni vede sempre e solo dei perdenti: gli animali

Il 18 marzo 2025, il Congresso di Città del Messico ha approvato una riforma storica che vieta la crudeltà verso i tori durante le corride. La sindaca Clara Brugada, promotrice della riforma, ha dichiarato: “La crudeltà animale come spettacolo è vietata in questa città. La nostra è una città amica degli animali che protegge e rispetta i diritti degli animali in quanto esseri senzienti”. La decisione è un compromesso fra le due parti: da un lato le associazioni animaliste che da decenni chiedono l’abolizione completa di questa pratica e, dall’altro, allevatori e sostenitori della corrida come indotto economico importante nonché tradizione secolare.

La legge introduce un nuovo modello di “corrida senza violenza”, con sette punti chiave:

  • Divieto di uccidere il toro sia dentro che fuori l’arena.

  • Restituzione degli animali una volta terminato lo spettacolo.

  • Tutela dell’integrità fisica dei tori, evitando maltrattamenti prima, durante e dopo l’evento.

  • Eliminazione dell’uso di oggetti affilati come banderillas, spade e lance, consentendo solo l’uso del mantello e del drappo colorato.

  • Protezione delle corna del toro, evitando danni ad altri animali o persone.

  • Limitazione della durata della corrida a un massimo di 10 minuti per toro, con un limite totale di 30 minuti.

  • Imposizione di multe fino a 339.000 pesos (oltre 15.000 euro) per chi causa la morte di un toro durante uno spettacolo.

Questa riforma rappresenta l’ultimo sviluppo di un lungo confronto tra l’amministrazione cittadina e l’industria della tauromachia. In passato, il governo di Città del Messico aveva già tentato di sospendere le corride, ottenendo risultati limitati nel tempo. Ora, vietando la crudeltà senza abolire lo spettacolo in sé, si mira a limitare lo sfruttamento dei tori attraverso un nuovo sistema, quasi un “trucco” che mantiene lo spettacolo ma preserva (in parte) l’animale che, in ogni caso, è sottoposto allo stress di esibirsi ed essere sollecitato davanti a migliaia di persone.

La corrida, tradizionalmente associata alla Spagna, è praticata anche in altri paesi come Messico, Colombia, Ecuador, Perù e Francia. Le regolamentazioni variano, ma la decisione di Città del Messico potrebbe influenzare altre nazioni a rivedere le proprie leggi sulla tauromachia. La corrida è invece stata abolita in Brasile, Cile, Argentina, Uruguay, Guatemala e, di recente, in Colombia.

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