Cina, via libera all’importazione di carne di maiale italiana
Siglato l’accordo che consentirà di esportare in Cina carne di maiale surgelata italiana. Una notizia accolta con grande entusiasmo dai produttori italiani alle prese con il calo dei consumi interni di carne
Mentre calano i consumi di carne interni, per la filiera italiana della carne suina si aprono le porte dell’export verso la Cina. Dopo il primo via libera della primavera scorsa, le Autorità doganali cinesi hanno, infatti, comunicato ufficialmente l’approvazione del certificato sanitario necessario per l’esportazione di carni suine congelate e sottoprodotti della macellazione di provenienza italiana e di una prima lista di macelli abilitati a esportare. Non appena la lista sarà pubblicata sul sito dell’Autorità per le Dogane cinese, dunque, i produttori italiani autorizzati potranno esportare in Cina anche la carne di maiale surgelata, come già avviene per il prosciutto crudo, per quello cotto e per la mortadella..
Lo scenario
Il via libera di questi giorni non fa che dare attuazione al protocollo d’intesa firmato lo scorso marzo nel quadro degli accordi italo-cinesi della cosiddetta “Via della Seta”. Un accordo raggiunto dopo oltre 15 anni di trattative tra i due Paesi, che regolamenta nel dettaglio tutti gli aspetti dell’esportazione, dalle modalità di allevamento dei maiali all’etichettatura dei prodotti derivati, e che potrebbe avere riflessi importanti su tutto il comparto della produzione di carne italiana. Secondo le stime di Assica, l’Associazione Industriale delle Carni e dei Salumi, l’apertura della Cina alle esportazioni italiane potrebbe generare, già solo nella fase iniziale, un fatturato export pari a 50 milioni di euro. Per non parlare dei margini di crescita sul lungo periodo in un mercato, come quello cinese, nel quale la richiesta di carne sta crescendo in maniera esponenziale e si stima raggiungerà, già il prossimo anno, valori doppi rispetto a quelli di inizio secolo. Non è un caso che nel 2018 proprio la Cina si sia confermata il principale mercato di destinazione dell’export europeo suino assorbendo il 34,4% del totale delle esportazioni Ue (anche a fronte dell’epidemia interna di peste suina che ha portato a un riduzione dei capi di allevamento e al conseguente aumento dei prezzi della carne di maiale cinese).
Le prospettive per l’Italia
Non stupisce, dunque, che la notizia si stata accolta con grande entusiasmo dalle associazioni dei produttori italiani alle prese, come gran parte dei produttori europei, con un calo generale della richiesta di carne da parte dei consumatori interni, che interessa anche la carne suina, come ha recentemente certificato il report realizzato dalla Commissione Europea Meat Market Observatory. “Poiché il consumo di carni suine nell’Ue è in calo si prevede che, nonostante la forte concorrenza degli Stati Uniti e del Brasile – si legge nell’analisi – i quantitativi supplementari saranno spediti verso i mercati mondiali, soprattutto la Cina”. Mercato verso il quale i produttori italiani contano di continuare a spingere per far fronte al calo della domanda interna sbloccando, dopo quello sulle carni suine, anche il negoziato relativo all’esportazione delle carni bovine e di tutti gli altri prodotti della filiera: “Il prossimo obiettivo, non appena la prima spedizione di carni suine italiane congelate entrerà in Cina – ha chiarito Nicola Levoni, presidente di Assica – è la ripresa delle negoziazioni per l’autorizzazione all’export di tutti i prodotti della salumeria italiana”.