Celiachia, sottoscritto accordo per la formazione dei cuochi
Al via l’accordo tra la Federazione Italiana Cuochi e l’Associazione Italiana Celiachia per formare i cuochi al corretto servizio dei clienti celiaci
Formare i ristoratori perché siano in grado di fornire ai propri clienti affetti da celiachia un servizio che per qualità non abbia niente da invidiare a quello tradizionale. È lo scopo dell’accordo sottoscritto dalla Federazione Italiana Cuochi e dall’Aic, l’Associazione Italiana Celiachia attraverso il quale verranno promosse una serie di iniziative di divulgazione e informazione sulla dieta senza glutine e la ristorazione per celiaci specificatamente rivolte a chi lavora nel settore.
Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero della Salute, sono 170mila le persone in Italia alle quali è stata diagnosticata la celiachia. Le stime parlano tuttavia di circa 400mila celiaci che ancora non sanno di esserlo. A questi numeri, ha calcolato l’Aic, devono sommarsi almeno 70mila turisti celiaci che ogni anno visitano il nostro Paese alla ricerca di hotel, bar, ristoranti, pizzerie nelle quali poter consumare i propri pasti in tutta tranquillità (e possibilmente senza rinunciare al gusto). “Oggi la cultura sul senza glutine, almeno in Italia, è sensibilmente cresciuta. Il nostro obiettivo con questo accordo – spiega il presidente di Aic, Giuseppe Di Fabio – è duplice. Da un lato la nostra vision di un mondo in cui ogni locale sia in grado di accogliere i celiaci, dall’altro la volontà di far crescere la qualità di questa accoglienza, con locali di eccellenza che siano in grado davvero di non fare sentire diverso chi soffre di celiachia, con un menù del tutto sovrapponibile a quello convenzionale per qualità, gusto, ricercatezza, ma anche prezzo”.
Necessità avvertita anche da chef, ristoratori e gourmet: “Per le sue caratteristiche, la celiachia pone il settore della ristorazione di fronte alla necessità di una formazione specifica e puntuale”, riflette Rocco Pozzuolo, presidente della Federazione Italiana Cuochi. “L’accordo – aggiunge – faciliterà la divulgazione di una cultura e di una pratica rispettosi delle esigenze e delle necessità dei celiaci non solo in ambito ristorativo, ma anche in tutti gli ambiti dove i cuochi sono chiamati ad operare”.