Carpotecnia: cos’è e perché potrebbe cambiare il nostro modo di mangiare
Farine di frutta e verdura da cui trarre burger, polpette, e persino pane: ecco che cosa è la carpotecnia e come funziona
Spesso legata alla scelta alimentare fruttariana o crudista, la carpotecnia – dal greco karpòs (frutto) e teknè (arte) – una la tecnica di lavorazione dei frutti-ortaggi, che permette di ottenere prodotti culinari ispirati a quelli tradizionali garantendo un minor impatto ambientale rispetto alla produzione della carne.
In sostanza, i prodotti alla base della carpotecnia sono farine: di zucca, di cetriolo, di pomodoro, di zucchina, di melanzana, di peperone, le quali possono essere lavorate con tecniche diverse per ottenere prodotti alimentari. Attraverso la conversione alimentare carpotecnica è possibile realizzare lasagne, wurstel, polpette, hamburger, tiramisù, biscotti, pane.
Dalle poche fonti online che citano la carpotecnia non è facile capire se questa tecnica sia una branca del regime alimentare fruttariano o se invece si tratti di un metodo di lavorazione sviluppato esclusivamente nell’ottica di una riduzione dell’impatto ambientale rappresentato dall’industria della carne. Quello che è certo, però, è che la cucina carpotecnica non è difficile da trovare tanto che a Milano esiste un ristorante che – accanto a pizze tradizionali e vegane – offre anche pizze carpotecniche fruttariane di cui i clienti sembrano particolarmente entusiasti.
In attesa di provare qualche ricetta carpotecnica per voi, vi diciamo che le farine di frutta e verdura sono reperibili online a prezzi piuttosto elevati, ma possiamo anche realizzarle in casa con l’ausilio di un essiccatore o un forno: è sufficiente frullare i pezzi di frutta precedentemente essiccati – facendo attenzione che abbiano perso completamente la loro umidità – fino a ottenere una farina sottile e impalpabile che potete utilizzare, per esempio, anche come insaporitore delle meringhe vegan.