Carne e pelle di struzzo: la mattanza che non conoscevi
Un’industria poco conosciuta ma terribile che sostiene un mercato del lusso che non ha nessuna ragione di esistere
Nascondere la testa sotto la sabbia non gli servirà: per gli struzzi d’allevamento del Sud Africa, area che “produce” ed esporta più di ogni altra nel mondo questi animali, la vita sarà brevissima, a volte meno di un anno. Peccato davvero, perché loro di anni ne vivrebbero allo stato brado almeno 40.
Una nuova investigazione firmata PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) ci porta dietro le sbarre e le stanze da macello di un grande allevamento di struzzi. Non solo mucche, galline, maiali e oche, quindi, rientrano nel novero degli animali da allevare per l’interesse umano; anche questi uccelli, i più grandi del mondo, a causa della loro carne, della loro pelle e delle loro uova, sono al centro di un business milionario, soprattutto nel mercato del lusso. Quella che viene definita “diamond area”, infatti, ossia la pelle della schiena degli struzzi, è la parte più pregiata che viene utilizzata per borse, cinture e portafogli da grandi marchi della moda come Hermés e Prada. “E’ da qui che si fanno i soldi” – spiega uno degli addetti alla macellazione mentre parla con uno degli investigatori sotto copertura della PETA.
Il 75% della carne e delle pelle di struzzo arriva proprio dal Sud Africa. “Sono molto intelligenti, io li rispetto” continua uno degli allevatori. Ma a quanto pare non abbastanza: gli animali, come mostra il video, vengono privati delle loro piume quando sono ancora vivi. Le piume vengono utilizzate per creare piumini per la polvere, boa colorati alla moda e costumi sgargianti per il carnevale brasiliano. Gli uccelli, a questo punto, vengono portati al macello, storditi con una scossa elettrica che spesso li lascia coscienti e poi sgozzati.
I piccoli di struzzo, una volta schiuse le uova, entrano a far parte della produzione: non vedono mai i loro genitori perché le uova vengono prelevate subito dopo essere state deposte e messe in incubatori.
Sono già più di 45mila le firme raccolte dalla PETA per chiedere alle grandi case di moda di eliminare pelle di struzzo e di altri animali esotici dalla loro produzione.
Federica Giordani