Carne coltivata: la seconda richiesta per la vendita arriva in Europa

L’innovazione continua e sempre più aziende si stanno affacciando anche in Europa per portare avanti nuovi modelli di produzione

Mosa Meat, azienda olandese di tecnologia alimentare con sede a Maastricht nei Paesi Bassi lavora da anni sul tema della carne coltivata: ha di recente presentato All’Unione Europea una richiesta di autorizzazione per l’immissione sul mercato di un nuovo prodotto: il grasso di manzo coltivato da utilizzare per la produzione di alimenti che sostituiscano la carne garantendo però sapore, gusto e consistenza il più vicini possibili agli originali.

La richiesta all’Europa

La richiesta di autorizzazione è stata presentata alle autorità europee per la sicurezza alimentare (EFSA), un passo necessario per garantire che il prodotto rispetti i rigorosi standard di sicurezza e qualità previsti dalla normativa dell’Unione Europea. Il processo di autorizzazione nell’UE è particolarmente complesso e rigoroso, richiedendo la presentazione di dati scientifici dettagliati per dimostrare la sicurezza del prodotto per il consumo umano. Come spiega LAV, per inviare la richiesta di approvazione alla Commissione Europea è necessario presentare un dettagliato dossier, che in questo caso conta:

  • Quasi 1.000 pagine di dati e analisi rigorose;
  • 450 campioni e 652 documenti analitici esaminati;
  • 6 laboratori accreditati coinvolti, 23 nuovi metodi analitici sviluppati e 148 parametri testati per ogni lotto di produzione;

Il grasso di manzo coltivato non è l’unico prodotto in attesa di approvazione: nel luglio 2024, infatti, l’azienda francese Gourmey ha inviato la sua richiesta di commercializzazione per un prodotto coltivato che ricorda il foie gras. La richiesta è stata inoltrata in altri 4 mercati chiave globali: Singapore, Stati Uniti, UK e Svizzera. Gli iter di approvazione per questo tipo di alimenti che rientrano nelle categorie dei Novel Foods, richiedono circa 18 mesi per arrivare ad una risposta che non è detto sia positiva.

E se la richiesta viene approvata?

Nel caso in cui Mosa Meat o Gourmey, o entrambe le aziende, dovessero ricevere il via libera dall’Europa alla commercializzazione dei prodotti, ecco che iniziative legislative come quelle dell’Italia che tentano di impedire il commercio di questi nuovi prodotti, risulterebbero inapplicabili per il principio di libera circolazione delle merci che vige in UE la cui legislazione è sovrana rispetto a quella sei singoli stati membri.

Che cos’è la carne coltivata?

La carne coltivata è un prodotto che viene realizzato attraverso la selezione di cellule staminali di origine animale che vengono nutrite e fatte crescere in ambienti stabili – solitamente dei bioreattori – al fine di creare un vero tessuto muscolare che non proviene però dalla morte di un animale. Il prelievo  delle cellule animali – anche con un prelievo ematico non invasivo – può avvenire una sola volta: da quel cluster di cellule inizia la produzione che può protrarsi all’infinito.
Il medium di coltivazione cellulare, soprattutto all’inizio delle sperimentazioni, era spesso tratto dal siero fetale bovino, elemento che rendeva la produzione di carne coltivata chiaramente non cruelty-free; al momento quel passaggio è stato superato con l’adozione di liquidi totalmente privi di elementi animali.

Al momento la carne coltivata di bovino è già in commercio in Israele grazie all’azienda Aleph Farms, mentre quella di pollo è già stata approvata a Singapore e negli Stati Uniti.

In Italia, nonostante l’opposizione ideologica dell’attuale Governo, ci sono due progetti di ricerca che si stanno occupando di carne coltivata. Il primo, BrunoCell, fa capo all’Università di Torino (ne abbiamo parlato in modo approfondito con loro nel numero di dicembre 2022 del nostro mensile, Vegolosi MAG); il secondo, più recente, si chiama CultMeat (li avevamo intervistati qui) e anche qui il riferimento è quello torinese ma i finanziamenti al team sono arrivati (e continuano ad arrivare) dai cittadini.

Immagine: Depositphotos

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